lunedì 31 dicembre 2012

Filastrocca di Serravalle*


E se gli inquieti rompon le balle
lo fanno soltanto per vedere
se qualche idea arriva in cantiere.

Cercano idee per migliorare
quel che una volta han lasciato scappare
vorrebbero aria un po' più pulita
per respirare un po' meglio la vita

Vorrebbero ancora vedere accese
le luci e i negozi nel centro in paese
vorrebbero facce un po' più sorridenti
e l'armonia tra i residenti
vorrebbero tanto e ne hanno speranza
che regni ovunque la tolleranza

Se poi volete vederci felici
un bel sentiero per camminar con gli amici

Se sembra troppo abbiate pazienza
ma in fondo questa non è fantascienza
ci vuole impegno, cura e gran cuore
per risanare un paese che muore!


Buon 2013!

Emma Bricola
Serravallesi inquieti
 * Serravalle Scrivia (Al)

giovedì 27 dicembre 2012

Apnea...

Apnea di torbidi pensieri
che impediscono alla luce
di penetrare nella nebbia bagnata
che avvolge la sera della mia solitudine.

Sera che viene risucchiata giù
sotto la superficie
su cui galleggiano le ninfee piangenti...
mentre le mani del fango cercano
i piedi delle mie paure...


di Maria Leone 

Pensieri Per Caso

domenica 16 dicembre 2012

Buon Natale e...


 
 SONO CRESCIUTA SCRIVENDO E COLORANDO........E RARAMENTE HO GIOCATO CON LE BAMBOLE. L'INIZIO DELLA SCUOLA NON è STATO GIOIOSO ANZI TRAUMATICO, MA HO COMBATTUTO E HO VINTO IO, HO VINTO FINO AD ARRIVARE FIN QUI DOVE SONO. NEGLI ANNI HO RINUNCIATO ALLE FESTE E TANTO ALTRO, MI SONO CHIESTA TANTE VOLTE DOVE FOSSE DIO E PERCHè NON FOSSE PRESENTE QUANDO TUTTI RIDEVANO O CRITICAVANO,O MEGLIO QUANDOTUTTI PENSAVANO ALL'ALTA VITA E NON SI SOFFERMAVANO AD UNA CARROZZELLA. QUANDO HO CAPITO CHE NON POTEVO CHIEDERE....HO ASPETTATO CHE GLI ALTRI CHIEDESSERO, HO ASPETTATO DI VEDERE CON I MIEI OCCHI QUANTO PUò ESSERE CATTIVO UN BIMBO VIZIATO E QUANTO PUO' ESSERE SUPERFICIALE UN DOTTORE VERSO UN AMMALATO. NEGLI OSPEDALI  VEDI TANTE REALTA', QUELLI PIU' DEBOLI ABBANDONATI E MENO CURATI, QUELLI PIU' IMPORTANTI SEMPRE IN VISTA E BEN ACCOLTI.NELLA REALTA' NON VEDI SE NON HAI ABBASTANZA CUORE E NON SENTI SE NON HA ABBASTANZA DOLORE NEL CUORE. QUANTE VOLTE HO VISTO ASPETTARE FILE E FILE DI PERSONE PER POI SCAVALCARLI PER UN SEMPLICE AVVOCATO,PER UN DOTTORE .............MA NON SONO PERSONE ANCHE LORO? COSA CAMBIA SE ARRIVI ALLA FINE DELLA STRADA CON UN SACCO VUOTO? L'IMPORTANTE E' DARE NEL TRAGITTO UN IMMENSITà DI COSE..........SONO LE COSE CHE PER PRIMA HAI RICEVUTO E COL TEMPO HAI LA SODDISFAZZIONE DI DONARE, NON SONO COSE MATERIALI .........HANNO PIU' VALORE PERCHE' NESSUNO SA QUANTO AMORE SI PUO' DARE ANCHE SOLO ASCOLTARE. ALLORA COSE' IL NATALE SE NON ASCOLTARE? SI ASCOLTA PER CAPIRE,SI PARLA PER DARE AMORE E SI CAMMINA SEMPRE ABBRACCIATI L' UNO ALL' ALTRA PERCHE' IL CALORE POSSA RISCALDARE ............!! NON CE PERSONA CHE IN CUOR SUO NON GRIDI IN SILENZIO.....E' UN SILENZIO DI PERDITA CHE MAI E POI MAI POTRA' ESSERE COLMATO, ED E' PER QUESTO CHE IL NATALE HA BISOGNO DI PERSONE DOVE COLMARE IL PROPRIO DOLORE. TUTTI SIAMO IN UN PICCOLO PRESEPE  CIRCONDATI E PREVENUTI DALLA STORIA, MA NON TUTTO E' STORIA. QUESTI SONO SEMPLICI AUGURI PER TUTTI VOI CHE NEL PICCOLO AVETE CONTRIBUITO A DARE GIOIA E SORRISI............PUR ESSENDO UN MONDO VIRTUALE, LE PICCOLE EMOZIONI PER ME  VALGONO PIU' DI TANTE AZIONI  CHE NELLA REALTA' TI PORTANO AD ESSERE POCO REALE!!!!                                                                                                     
AUGURI DI CUORE

Eleonora P.

sabato 15 dicembre 2012

VI RACCONTO IL 22 DICEMBRE













Nevicava,
il sangue dei giovani scorreva sulle strade,
il freddo ghiacciava i pensieri,

i fucili sparavano e ogni minuto moriva un ragazzo.
La Romania piangeva i suoi figli
come una mamma ferita.
Tremava la terra,
il sole sparì, lasciando le nuvole nere, pesanti
a coprire le anime vuote.
Nessuno sapeva se esistesse veramente un domani,
il rosso del sangue urlava vendetta
e sopratutto arrivava la notte.
Speravo... come speravano tutti,
che la neve coprisse tutto questo,
ma i corpi di quegli innocenti
sdraiati per terra
le mamme, le mogli, le figlie
ancor oggi li vedono.
L' occidente metteva il vestito da ballo,
arrivava Natale,
mentre il cielo ad est, grondava sangue e lacrime.
Un prezzo troppo caro,
la libertà, appena arrivata contava i suoi morti,
si chiuse il passato, il futuro brillava,
ma senza avere le fondamenta
l'alba tremava.

venerdì 14 dicembre 2012

Io non cerco di imparare l'uso delle parole


Non cerco di imparare l'uso delle parole.
Assoggettare per dire cose che non ho più da dire.
Soltanto disordine e sentimenti indisciplinati...

Niente da scoprire, niente da regalare.

Tutto é già stato scoperto
Dunque ritrovare e perdere, il resto non é affar mio.
Non ci sono pietre e sogni da decifrare
Ma solo la mia vita che arde.

Ci sono poeti per le sere sotto le stelle
Io ho cessato di contare.
Orgasmi e sperma nel cielo
Niente di nuovo.

domenica 9 dicembre 2012

IL VESTITO ROSSO

Cammino trascinata dai mille pensieri
non mi sento sola, non sono sola
con me anche la pioggia.
Porto il vestito rosso,

che chiuso nell'armadio, era da tanto.
La pioggia si accorge
cerca di non sciuparlo.
La pelle, solo mi accarezza e mi parla.
Cammino, come ho sempre fatto
scalza, per sentire l’odore che m’inonda
e bendo gli occhi,
per non vedere il pianto di un bambino.
Il mondo mi fa male,
quel mondo grigio che intorno a me
si chiude, ora, apro l’ombrello
non per paura della pioggia,
ma del destino.
 

sabato 8 dicembre 2012

Dell'addio muto











 

Le lacrime salivano agli occhi
La mano tremava
" Ascolta come batte il cuore " sussurrai nel buio

" Non te ne andare perché se si ferma io morirò "
Ma la tua bocca taceva mentre i fatti del mondo correvano fuori
E per me si aprivano le bocche dell'inferno
E i sorrisi dei morti in battaglia sui campi dell'amore.
Io ero il nemico che tu volevi uccidere.
Fu la tua pietà a non fermarsi raggelata nel tuo occhio.
Aiuto non venne.
Bocche di teschi instancabili dietro le tue spalle. Chiedevano la tua risposta.
Gocciava il mio cuore.
Sangue cadeva e io mi adagiai nella tomba degli amanti come un verme aggrinzito.

martedì 4 dicembre 2012

Stazione del piacere



La vita sigillata tra queste mura
Mi piace pensare che qui finisca il mondo
E che la candela bruci al ritmo delle carni

Come una segreta Messalina...

Solo occhi, orecchie e corpo
Inventando baci sconosciuti agli dei
Dimentica del rumore mortale
Saggia di follia...

Fuori una città di fiele
Abisso di ogni speranza
Un orgasmo sulle tue porte chiuse
Dalla stazione del mio piacere.

giovedì 29 novembre 2012

Dolce quel suono...

Dolce quel suono

che senti e ti inonda...
Musica di Vita
Anima gioconda

Vivi e trova la porta
del Tuo Cuore
che possa farti entrare
dove sentirai calore...

Per trovare l'Emozioni
tutte quelle che Tu senti...
lascerai la sola Angoscia
e vivrai di Sentimenti...


di Sandra Piogia
 

mercoledì 28 novembre 2012

Malgrado su me...

Malgrado su me
maledettamente piova

assetata di evasione
mi reinvento ogni mattino la vita

lasciando dissolvere
i coni d'ombra della mia lunga notte


in quel personale ritaglio
d'azzurro cielo
dove perpetuo vive il sole dell'AMORE


permettendo così
il quotidiano dischiudersi
della mia gemma cuore............

domenica 25 novembre 2012

Quest'amore...


 
Quest'amore che mangia la carne della notte...
E che succhia latte dal cielo
Quest'amore tra lenzuola gonfie di sospiri
Dove i capelli della morte si scompigliano.

E morire e risorgere.

Quest'amore che mi fa libera di piangere
Invariabilmente bella
Intontita da una candela
Mentre il sonno cavalca lontano.
 

martedì 20 novembre 2012

Deviazioni di cuore

Frugando nei Tuoi occhi
che mai ho dimenticato...
Trovai l'Amore
restando senza Fiato...

Trovai dorati Sogni
carezze e dolci Baci
Rubai ai miei Giorni
Pensieri più audaci...

Frugando nei Tuoi Occhi
trovai il Mio Cuore...
dipinto, sfumato
di ogni colore...

di Sandra Piogia

Deviazioni di cuore

venerdì 16 novembre 2012

Tra felci furtive












 

Io attesi tra felci soffocate
Se vite in amore ci fossero nel bosco frondoso
Volevo sentire vapore e fantasmi

Ma udii bisbigliare la miseria puttana.

Solo sogni in corruzione
Sverginavano germogli sacri
Convulsamente nell'ombra
Tra ossa bianche in convulsione.

Puzzo di cuori e carbone
Nere buche di sangue
La Morte ballava la pace
Allora io rimasi nella mia zona d'ombra.

mercoledì 14 novembre 2012

Vincerò





















Mi hai dato uno schiaffo
un altro... ed un altro ancora.
Pioveva,

sono caduta in quella pozzanghera
appena formata,
il fango...
(o Dio quanto fango)
mi accecava, fa niente.
Il mio sangue diventava
un tutt'uno con te,
non sentivo neanche il sapore di sale
solo il caldo di quel sangue versato
chissà perché...
provo ad alzarmi, non piango.
Tu vita mia, mi schiaffeggi ancora.
Mi odi così tanto, mi vedi?
Sono arrivata scalza
le scarpe le hai volute tu
e non ti fermi per mettermi alla prova,
ma io, mi alzo ancora ed ancora
devi sapere...
la vita è in ogni mio respiro,
in ogni briciola di sangue caldo
e vincerò
e sai perché?
Ascolta bene
perché ti voglio dire...
Io, sono padrona di me stessa
finché vivrò!

domenica 11 novembre 2012

Tramonto di noia



 

Quando il silenzio genera equivoci tu costringi la bocca muta
Io impugno il tramonto in una lacrima
Intimo apostrofo di dolore

-Pugno serrato-
Sostengo infine le tue domande
Sotto un cielo annoiato.

domenica 4 novembre 2012

II mio volo


Lasciami volare nel vento
non legare le mie ali.



Lasciami libera
di disegnare un sogno.

Se ho bisogno di volare


E' perché debbo trovarmi


Non fermare il mio volo

perché fermarmi

sarebbe come arrestare la mia
Vita

di Cristina Pinochi
Copyright 2012

venerdì 2 novembre 2012

La leggenda dei crisantemi


Si racconta di una bimba giapponese
che al tempio andò
con solo un fior di campo in mano
non avendo altri fiori trovati
causa l'inverno inoltrato.


Con parole sussurrate piano

pregando con grande fervore
accoratamente chiese
a Dio di salvar la madre malata.


Di cinque fratelli lei maggiore

era molto disperata...
della mamma bisogno avevano
delle sue cure, del suo amore.

A parlar non potè proseguire:

lacrime di dolore
a scender copiose...

Poi a stento riprese

scusandosi per aver solo un fiore
portato, misera offerta per l'altare,
pregò Iddio d'accettarlo
avendolo lei offerto col cuore.

Commosso il Signore, con divina voce

alla bimba rispose
che molto il dono aveva gradito
e che la sua mamma avrebbe vissuto
tanti anni ancora
per quanti petali avesse il fiore.

Rapidamente i petali la bimba contò

vedendo che eran pochi si scoraggiò
ma prima di infilare il fiore
nel vaso, un 'idea in testa le balenò.

Inginocchiata davanti l'altare

con le unghie taglienti e finissime
divise i petali in tante strisce sottilissime.

Alla fine del suo lavoro

l'aspetto aveva il fiore
mutato:
i petali attorcigliandosi fra loro
formavan un ciuffo prosperoso...

eran tanti, non si potevano contare.

La bimba piena di speranza

nel vaso il fiore strano pose
e con fiducia attese...

Il suo amor, la sua pazienza

furon premiati:
la mamma guarì
e visse tanti anni
quanti i petali del fiore...

E da quel dì

nacque il crisantemo, fiore
che dei nostri cari defunti
le tomba adorna
nel segno del ricordo e del'amore
che verso loro abbiamo.
 

sabato 27 ottobre 2012

PARLANDO CON NESSUNO

















Oggi…
Finalmente piove,
dopo tanto tempo, ed io, lì

imbambolata ti aspettavo,
volevo prendere per mano il cielo
e andarmene con lui
(non so dove)
dove non c’è tristezza, né pianto, né sospiro.
Dove posso vestirmi solo di abbracci
e sorrisi, per poi buttarmi
nel mare calmo, enigmatico
di questo infinito
che solo io, posso decifrare.
Piove e mi sento fortunata
la pioggia non ferisce, no…
Non penso adesso
fa troppo male,
quando t’incontrerò
ti vorrei raccontare.
-
sotto la pioggia
il petalo di un fiore
asciuga l’alba.

lunedì 22 ottobre 2012

Amore sorpreso
















Sentire il candido tepore
Desiderio di stringerti
Tra schivi e fugaci baci

E ascoltare la ferocia del tempo che passa.

Odore e sensi

Sotto una luna inventata e impudica
Sotto cui si scioglie il trucco della poesia
Resto nuda e senza maschera.

Nessun dolore mi prende

Solo speranza di fuggire alla morte
Lambire il mio mistero
Su un lenzuolo bianco che odora di vita.

venerdì 19 ottobre 2012

PARLANDO CON NESSUNO





















Oggi …
Giornata di nebbia,
ho scoperto che invidio un bambino,
teneva per mano la sua mamma

ed io mi sono chiesta,
dov'è la mia?
Sai, da bambina ricordo
solo il viso rotondo di mio padre,
il suo bacio sulla fronte
e le sue braccia,
che mi sollevavano in volo.
Poi niente, nebbia come oggi
ed io persa, penso,
- dovrebbe essere un diritto
avere una mamma -
Che mondo strano,
ed io, sola, cerco di capire
questo mio mondo,
senza una mano da prendere,
per sentirmi bambina.
Sorriderai e penserai,
- colpa della nebbia -
Quest’oggi non mi porta da te
mi basta che si sei
perché vorrei raccontarmi.
-
abbandonato
cullato dalla luna
geme un bocciolo


di Liana Margescu
 (Le pagine bianche di un diario)

sabato 13 ottobre 2012

Una di pomeriggio



La stazione precipitava nell'ora del nostro appuntamento
Tutto era lontano dal silenzio e dalla morte
Voci indistinte si affrettavano nell'aria d'Estate
E il poeta moriva nei versi.

Fu il nostro pomeriggio

Si svuotava la mia mente nell'attesa
La corrente dei sensi invadeva il torrido selciato
Mutavano le mie viscere e il mio sudore.

Urgenza nel frastuono dei treni,

Nessuno penserà a quel giorno tranne noi,
Come a un giorno in cui nulla resistette
Né poesia, né follia.

Tu mi guardavi con un milione di occhi

Io, in attesa,
Dall'altoparlante una voce senza volto
Tutti si mossero, tranne noi.
 

giovedì 11 ottobre 2012

Una favola serravallese


Il viale alberato rappresentava una salita improba per le due signore che tornavano a casa. Le borse della spesa, pesantissime, opprimevano le loro braccia non meno di quanto l’erta opprimesse i loro passi lenti. Il vento sferzava la strada e rendeva paonazzi i loro volti intrufolando polvere negli occhi . Le signore si vedevano costrette, ogni due passi, a posare le borse per riprender fiato e detergersi le lacrime, naturale reazione all’irritazione causata dalla polvere.
Il viale era, da un lato, costeggiato dalle piante secolari che limitavano l’area del parco pubblico, abeti poderosi che muggivano sotto l’azione del vento e, dall’altro, da una fila ordinata d’ippocastani altrettanto enormi. Sulla strada i loro frutti cadevano producendo tonfi sordi e rotolavano fino alle cunette dell’inizio della salita dove s’ammucchiavano occludendo le feritoie per lo scolo delle acque piovane.
Dalla via laterale che portava al nuovo edificio delle scuole medie sbucò un giovane di circa vent’anni, che avanzando gagliardo nella loro direzione con le mani in tasca, sembrava non patire il vento gelido. Indossava un maglione consunto e un paio di braghe tutt’altro che adatte alla stagione autunnale. La pelle olivastra del suo viso mostrava comunque dei tratti più chiari, quasi grigi, a testimoniare che abbigliarsi in quel modo non era stata una scelta.
S’avvicinò alle donne salutandole e poi chiese:
- Si vole, io aiuta portare borse. Prego, io aiuta portare borse, voi troppo stanche!


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mercoledì 10 ottobre 2012

Le mani tra le mani

Calde e rassicuranti
che accarezzano
legano
parlano

scuotono gli animi...
Che nutrono
lavorano
Mani dolci di bimbi
che si stringono...
Sporche di fango e melma
quando salvano...
Imbavagliate
quando private della libertà...
Mani curate o ruvide
garbate o rozze
sanno comunicare chi siamo.
...Le mie
tra le tue
e le tue....
in un girotondo
per rafforzare
unire
dare energia....
ad ognuno di noi.


© di Raffaella Amoruso

" VOLERA' IN ALTO LA PUBBLICITA' -DI RAFFAELLA AMORUSO"-

 

giovedì 4 ottobre 2012

L'ULTIMO DIRITTO

















Non fa in tempo la luna
ad accumulare ricordi,
ogni notte, pronta a donarsi,
non conosce

il calore del suo sognato amore.
Non le ha mai viste
le rose, che sbocciano nel sole
così, non potrà ricordare
né il profumo,
né il colore
né l’armonia dei petali,
né l’abbraccio di quell'infinita bellezza
né... il suo calore.
La terra, troppo lontana per lei
non le concede il diritto
di avere ricordi
neanche al prezzo del dolore.
Sospirando, la luna si chiede...
che senso abbia,
senza nemmeno i rimpianti
vivere e sognare,
tra le nuvole.

domenica 30 settembre 2012

Correva...


Correva da tutto ciò che la faceva piangere e soffrire.
Cercava un lembo di cielo.
Un eterno attimo di pace.
Un frammento di stella cadente.
Un immenso campo di papaveri.

Un abbraccio unico.
Una sincera carezza sul cuore.
E un romantico libro di poesie da leggere insieme.


di Sara Secreti

giovedì 27 settembre 2012

E se di addio io parlo...


 Il tuo sole é sul calare
Tutto scivola verso il nulla
Gli ultimi fiori palpitano

Giacinti che spargono ceneri.

Ma, tu, padre, sei tentato ancora

Il mio fuoco fatuo nella tua vita.

Un'intera vita sta per essere assorbita

La bocca delle tenebre é spalancata già
Tu non cerchi la tua ultima scintilla sacra
Lacrima di un estremo pentimento.

Ma, tu, padre, non senti il potere dell'addio

La luce agonizza sulla tua testa.

Guarda! Va a dormire il sole...

Il tuo cuore non é purgato
Nessuna speranza, nessun addio
Tombe che ridono, tormento eterno.

Foto: Fuoco fatuo di V. Mazzoni

mercoledì 26 settembre 2012

Quì...

Quì dove il carbone
ha mutato la spiga,  
e il vento soffia profano,  
minaccioso all'olfatto  
viene acido il pensiero;  
in un pianto melanconico  
il terreno ascolta l'unico sonaglio,  
un menestrello per l'addio  
che si perde nell'eco del silenzio.

di Monica Pierluigi 

Fonte immagine 

lunedì 24 settembre 2012

PIOGGIA DI CENERE













Il violino è rimasto senza corde
e neanche il mare sospira,
solo, nella grigia sabbia

appoggiato su se stesso
si lamenta ad un vento lontano
ad un pioggia che sta per arrivare,
c’è solo una nuvola, che lo guarda strano.
Nemmeno la luna questa sera
nascosta, timida, impallidita
dietro ad una briciola di cielo.
Non muore la speranza
(almeno così dicono)
e da lontano arriva quella pioggia
almeno lei non lo abbandona,
sospira il violino, prova ad alzarsi
si muove nella sabbia che lo affonda.

Non si arrende, se deve morire

vuole morire suonando.
Non avendo corde
non le rimane altro, che accettare rassegnato…
le carezze, di una pioggia di cenere e sale.

domenica 16 settembre 2012

Amore vergine



Ti guardo ardere della tua forza selvaggia
e con essa cercare di plasmare il mondo
su cui sorge il tuo sole vergine

sconfiggendo antiche ombre di morte.
I miei occhi di colomba risorta tremano
in un oasi di fuoco e pace
sull'orlo di giochi d'amore
come fiamme che splendono
e nutrono l'alba di un nuovo giorno.

giovedì 13 settembre 2012

UNA DONNA E' UN DONO



















Le mani di una donna
raccolgono l'amore,
per poi poterlo donare

ad altre due mani.
Che bel dono.
Le mani di una donna
raccolgono i sorrisi
per poi poterli donare
a due occhi spenti.
Che prezioso dono.
Le mani di una donna
raccolgono la vita,
per poi poterla donare
a questo mondo.
Incommensurabile dono.
Le mani di una donna
ricevono in cambio
nulla... ma lei,
ama, sorride e vive
di questo
considerandolo... un dono.


di Liana Margescu

giovedì 6 settembre 2012

ADDIO PANDORA





 












Chiudo, la nebbia dei pensieri
il dolore del cuore, il pianto,
il respiro mancante,
le bugie che intorno a me danzano

la falsità e l’ipocrisia delle maschere
il male, che male mi fa,
in una scatola di piombo.

La chiudo a chiave con le mani

inguantate di bianco.

Prendo la scatola,

mi avvicino al mare, inginocchiata
chiedo perdono alle onde, alla risacca
al sole, alla sabbia, che sopporta
il peso dei miei passi
e la getto, gridando nel mio silenzio...
"Addio Pandora "

martedì 4 settembre 2012

Non c'è mai...


Non c'è mai silenzio nell'anima.
Mai solitudine ...
Parla di notte nel sogno.
Di
giorno nei pensieri.
Balbetta i suoi dialoghi
le mille preghiere a Dio.
Le gocce di gioia
e di sofferenza
che traboccano sul cuore.
Sei tu
sono io
siamo noi ...
Vibrano
le corde dell'anima
nelle sue pause
e nei suoi suoni.
Piombano
sull'indifferenza
e sulla freddezza
del mondo.
Mi piace
questa musicalità
di sentimenti 

domenica 26 agosto 2012

STIAMO TUTTI MORENDO




 

















Vorrei scrivere il mio testamento
su una foglia che sta cadendo,
mi trema la mano e trema anche la foglia.

Paura?
Ma no, la mano mi trema
da quando sono nata,
chissà perché non voglio accettare
la realtà dei fatti, non voglio, ma devo
e si... qualcuno dice,
che stiamo tutti morendo.
E allora, che dobbiamo fare
sederci sotto un albero ad aspettare,
intanto lo sappiamo dalla nascita,
nasciamo solo per tremare.

Chissà perché e così dura da accettare.


Vorrei scrivere su questa foglia

mille parole per il mio amore lontano,
lontano... ancora, chissà perché
amo da quando sono nata
e ho sempre pagato l’amore
per restare da me,
e piove e soffia il vento ed io vorrei volare
ma non c’è verso, non ho le ali
e continuo a tremare.
E allora, cosa devo fare
continuare ad amare
o morire così, con sopra il freddo
di questa tremenda pioggia che mi sussurra:
“Stiamo tutti per morire,
ama adesso o mai!”

giovedì 23 agosto 2012

Danzano














Ululando
alle notti cieche,
le lupe che allattavano l'amore...

e di mammelle esauste

le linfe prive,
prematurano i cuccioli
del dì ospitare

con le lune immaginate

negli stampati di stelle,
le colonne dei turchesi
sbiadiscono all'avvenire

e

dai capezzoli del crescendo
strizzeranno
l'ultime gocce
per proseguire


di Monica Pierluigi 

Fonte immagine

mercoledì 22 agosto 2012

Potrei tacere...



Potrei tacere
Addormentarmi
Oppure accendere la televisione
Ma non posso più dor

mire.

Sono un'anima scossa

Dentro di me venti senza direzione
Sopra di me la luna che piange
Lacrime di argento muto.

venerdì 17 agosto 2012

Opium smoking



Grappoli di vite che s'invigoriscono nell'ozio felino
E ombre azzurre sdraiate come pantere
Mi sento sicura tra questi gatti selvatici
Parole si alzano come incenso nel flusso dell'onda color polpa d'uva.


di Pensieri Per Caso

mercoledì 15 agosto 2012

L'ameba

    • C'era una volta un'ameba che non sapeva di esserlo. Ignara delle sue origini, si incamminò alla ricerca dei suoi simili, nella speranza di trovare il proprio gruppo di appartenenza.
      La sua difficoltà maggiore era capire la sua forma non ben definita e quell'aspetto mutevole conseguenza del movimento delle sue

      zampette improvvisate, che apparivano in qualsiasi posto del suo corpo a mo' di capriccio.
      Non si dava pace, non poteva credere di essere nata in una vaschetta di acqua putrefatta e di essere costretta, per sopravvivere, a nutrirsi fagocitando esserini brutti e fatiscenti. Ma mangiava soltanto i cattivi.
      Ogni tanto aveva l'impressione di essere osservata da un mostro gigantesco che emetteva suoni spesso pacati e articolati, mentre a volte, soprattutto quando lei rifiutava il cibo allontanandosi, i suoi vocalizzi diventavano singhiozzanti. Contrariamente a lei, quell'essere si muoveva alla velocità della luce e ogni tanto la puntava con un raggio violento che le attraversava le interiora. Non capiva il perché tanto interesse nei suoi confronti. Forse voleva mangiarla una volta cresciuta, visto che il cibo era all'ordine del giorno, o semplicemente studiava la sua specie per poterle dire un giorno chi era. C'erano altre vaschette che intravvedeva da lontano, ma le attenzioni di quel mostro erano quasi tutte per lei.
      Una sera, non potendone più della puzza che sentiva, coraggiosa, pianificò la fuga. Aspettò la penombra e pian piano, molto molto lentamente, passò tra un vetrino, una bottiglia, un tappo di sughero e altre vaschette, gustando di qua e di là tutto ciò che quello sconosciuto mondo le offriva. Ma non trovò, lungo la via, nessuno che le somigliasse.
      Il tempo scorreva veloce tra assaggi di zucchero, pezzetti di verdure, pollini. Il primo raggio di luce la abbagliò ed ebbe nuovamente l'impressione che quella presenza enorme le si stesse avvicinando, mentre sembrava farfugliare con entusiasmo con qualcun altro.
      - Corri, nasconditi prima che ti becchi! - disse una vocina.
      - Chi sei, non ti vedo, perché mi devo nascondere? - rispose Ameba.
      - Quello è l'uomo. Sperimenta con noi, capisci? Io sono un acaro. Ti squarterà in mille pezzetti come ha fatto con le altre creature. Però devo dire la verità, tu sei decisamente diversa dalle altre. È da tempo che osservo e ho notato che con te ha una cura particolare.
      - Ah sì? E le sue buone attenzioni sarebbero quella puzza? Ma per chi mi ha preso? Oddio, non lo so neppure io cosa sono... Comunque, se non è perché devo difendermi, io quelle bestiole mi rifiuto di mangiarle, non mi hanno fatto alcun male! - rispose Ameba adirata.
      - Forse lo fa con tutte le sue buone intenzioni, convinto che tu ne vada ghiotta. A ogni buon conto, dammi ascolto, scappa!
      Spaventata, ma non più di tanto, con parsimonia, date le sue modeste possibilità, Ameba si tuffò, senza rendersi conto, quasi fosse stata portata dal vento, in un bicchiere che all'improvviso formò un maremoto volante.
      Sentì nuovamente parlare i due uomini, mentre uno di loro portava il recipiente verso quel che ad Ameba sembrò una colossale caverna dove, man mano, cascava assieme all'acqua senza poter opporre resistenza, per trovarsi infine lungo uno scuro tunnel in discesa.
      Nel buio più completo, Ameba si trovò in una specie di piscina a dondolo con dell'acido che le faceva il solletico. Ci restò per un bel po' anche se lei non aveva nozione del tempo. E ringraziò l'uomo per questo simpatico gioco. In men che non si dica però un tappo in fondo all'incantevole piscina si aprì e scivolò nuovamente lungo un altro tunnel.
      - Vieni, unisciti a noi, qui c'è cibo per un reggimento – dissero altre apparentemente uguali a lei che si trovavano lì.
      - Cosa? Nuovamente questa puzzaccia? Ma vi state mangiando quelle povere cellule, che male vi hanno fatto?- rispose Ameba.
      - L'importante è mangiare e abbuffarsi, dell'uomo che ce ne importa! Ma tu non sei come noi? Siamo amebe!
      - Non posso essere un'ameba. Io queste schifezze non le sopporto. E poi, l'uomo mi è simpatico. Me ne vado, buon appetito, che vi vadano di traverso le cellule!
      - Vai, vai, cretina che non sei altro!
      Sconsolata Ameba, allungandosi come poteva con le sue improvvisate zampette, iniziò a farsi strada tra il fetore. Ma a un certo punto incontrò un ostacolo, un gruppo di cellule completamente diverse dalle altre belle rosee. Si riproducevano a una velocità strepitosa, togliendo nutrimento a tutte le altre.
      - Chi siete voi? Mi presenterei, ma non so chi sono. - commentò Ameba.
      - Cancri, cancri, cancri! Togliti dai piedi mocciosa! - risposero quelle.
      Altre cellule di colore bianco uscivano dai tessuti per uccidere quelle cellule diaboliche, ma purtroppo una dopo l'altra perdevano la vita durante il combattimento. Allora, Ameba, pensando che quelle creature coraggiose nella lotta appartenevano all'uomo, presa da una furia che non sapeva neppure lei di avere, ricordando il fagocitare spudorato delle amebe cattive che aveva incontrato, iniziò a divorare i cancri senza alcuna pietà.
      Pure la sua crescita, mangiando così sfrenatamente, diventò smisurata:
      - E ora cosa faccio? Oddio, non riuscirò ad attraversare il tunnel! - pensò a voce alta.
      - Dividiti come fanno gli altri esseri unicellulari e poi ci lasci qualche parte di te, piccola piccola, che possa venire con noi attraverso il sangue. I tuoi figlioli distruggeranno così gli altri cancri che hanno migrato in altre parti di questo umano. Sai che sei veramente brava?- risposero i globuli bianchi.
      - Cosa? Ma io di questi figlioli non ne so niente...- rispose sconsolata.
      - Aspetta, ti aiutiamo! - esclamarono i globuli bianchi mentre si tuffavano verso di lei.
      - Un attimo! Un attimo! Va bene d'accordo, ditemi come si fa - rispose Ameba un po' impaurita.
      Un globulo tirò da una parte, un altro dall'altra e in poco tempo Ameba sembrò aver partorito dieci squadre di amebine, ognuna delle quali prese la sua strada.
      Un gruppo riuscì a vedere nuovamente la luce e guidate da lei, da quell'Ameba che nonostante tutto non sapeva ancora di esserlo, si incamminarono quasi per miracolo verso la vaschetta di acqua putrida per salutare l'uomo.
      E lui sorrise.


      di  Calzetta Solitaria

      racconto riferito a questo video

      Cos'è l'Ameba

martedì 14 agosto 2012

QUI DOVE NON PIOVE MAI


Nulla si muove, nemmeno una foglia
tutto quello che prima gridava
adesso tace,
non c’è musica, né luce, né pace...
solo un raggio dolente
scava nel cuore cercando
l’ultima gocce di pianto
che non è caduta invano.
Neanche il tempo si muove
fermo perfino il cielo
non c’è sussurro, né odio, né vento...
solo un’inerzia pesante
che schiaccia ridendo
questo silenzio assillante .

Qui, dove niente si muove

e dove non piove mai
per te, reinventerò la pioggia.


di Liana Margescu

sabato 11 agosto 2012

Poeta:

Musa lascia stare il tuo garbato parlare
Mettiti nuda
E lasciami guardare.


Risposta della musa:

Fai dunque un bel lavoro

Di penna e di lingua
E ti darò fama immensa.
 

venerdì 10 agosto 2012

"Alla mia tenera Maria"


E penso a te
mia adorabile fanciulla,
alla tua vita,

a quella vita piena di ricordi
che nei tuoi ultimi giorni
rammentavi confusamente.
Avrei voluto chiederti
della tua nascita a Carrega
degli anni della tua infanzia,
della tua serenità,
quella serenità
che fino all'ultimo sguardo
ti ha accompagnata.
Con te e per sempre
la memoria, la testimonianza,
una storia di vita è andata.
Ma un rametto del tuo cuore
è rimasto sulla mia pelle
attaccato amorevole
e perenne nei miei panni.
E continuerò a pensare a te,
alla tua vita piena di mistero,
alla tua gioia, al tuo sorriso da fanciulla
lungo il tuo percorso,
un'esistenza di centoquattro anni.

lunedì 6 agosto 2012

Ho visto...
















Ho visto
cadere
dai tuoi occhi
petali di poesia
e lacrime di pioggia.

Una malinconia
d'estate
di foglie
e pensieri tristi
caduti sul cuore.
Passeranno
questi giorni bui
senza arcobaleni.
Ritornerai ad amare
perchè l'amore vero
non tramonta mai.
Per adesso
devi amare
fortemente
la vita ....


di Sara Secreti
(Copyright tutti i diritti riservati ©) ♥

Rugiada




Sbatte la porta
la luna andandosene -
ci lascia il pianto


di Liana Margescu

venerdì 3 agosto 2012

Quartina della Rivoluzione


Mi infiammo per il buio che scende in fretta
Presto ci sarà bisogno di un moto di luce purificatrice

Le ombre si allungano
Sui selciati della rivoluzione.

mercoledì 1 agosto 2012

Il mio puro

















Troppa inerzia
Ho deciso di cambiare
Sono abbastanza grande

Per sostenere la luce
Una parte di me resta in ombra
Ma più luminoso sarà il cuore
 

martedì 31 luglio 2012

PIOVIMI

















Si sente una musica, lontana
sarà un'arpa triste
che ha trovato le dita di un angelo.
Strano, mi ricorda il verde
di una primavera passata
e gli ultimi fiori di ciliegio
nei quali cercavo la pioggia,
ma trovavo solo rugiada.
Guardo adesso,
la terra sotto i piedi nudi,
bruciata dal solito sole
che viene e va, come vuole
e questa musica lontana
mi fa alzare le braccia
ed implorare il destino...
piovimi.


Liana Margescu

giovedì 26 luglio 2012

PRIMA DELL'ALBA

C’è il fuoco che divora il sangue
prima dell’alba,
c’è un lenzuolo caduto, nell’abisso dei sogni
ed un cuscino immerso, nelle lacrime
le dita, che cercano altre dita per raccontarsi
e c’è il sospiro
poi, l’inferno, intrecciato al paradiso
come in una storia d’amore, impossibile
e c’è la calma prima della tempesta,
c’è tutto e niente...

Poi arriva l’alba e si ricomincia

 

di Liana Margescu

mercoledì 25 luglio 2012

Il volo



Bevi una mia lacrima
- Dimmi é così salato il mare? -
E' solo perché questo quadro mi fa troppo male
Tutto é passione.

Tela spalancata ed io a braccia tese

Crocifissa
Vorrei fossero ali
E non grida questi chiodi.


Pensieri Per Caso

lunedì 23 luglio 2012

Inciampo ma non cado



Inciampo sul selciato
inciampo ma non cado

Mentre aspetto
e la pazienza non mi manca
intreccio collane di paglia
e perline colorate
conchiglie vuote 
e boccioli di rose ormai sfiorite

Raccolgo gocce d'insonnia
aspettando la pioggia
promessa da un santone in doppiopetto blu
mentre passeggio 
a passo di lumaca
seguendo con lo sguardo
per non perdere la strada
la coda appuntita della tartaruga

Programmo odi 
a foglie rinsecchite
che l'occhio mio
esausto e abbacinato
s'illude di vedere germogliate

Osservo da lontano
distesa sulla sabbia delle mie colline
le vostre angeliche bravate
mentre sorseggio un tè
bollente amaro
al gusto dolce di limone.
 
di Anto dal blog volerevolare

sabato 21 luglio 2012

Non sara?


Perchè il mio cuore si vuole fidare?
Ora che l'età ha la maturità 
di non farsi ingannare?
Nessuna accortezza,
nessun tentativo di disilludere
questa saggia esperienza.
Ma chi credi di essere
per alleggerirti così?
Quanta tenerezza,
quanta dolcezza,
quanto amore
in ogni cosa,
dal fiore che colgo,
dal pianto di un bimbo,
dal paesaggio che incontro,
da una carezza sul viso,
da un viaggio intrapreso.
Non sarà perchè giunge la morte?


Cristina 30/08/2011

dal blog: Scintille

I dieci versi dalle canzoni di Battiato da appuntarsi e non dimenticare

Il cantautore, morto ieri nella sua residenza di Milo, era nato a Jonia il 23 marzo del 1945. Ha spaziato tra una grande quantità di generi,...