venerdì 30 marzo 2018

Il lutto secondo Michelle


Il popolo dei social, entità ondivaga alla quale immoliamo troppo di frequente l’umore, si è sollevato contro Michelle Hunziker, rea di non avere preso parte al rito collettivo di cordoglio per la morte di Fabrizio Frizzi. Mentre i suoi colleghi indossavano occhiali e abiti neri, inondandoci di ricordi commossi del presentatore defunto, Hunziker si è mostrata in giro col sorriso sguainato di sempre e non ha rilasciato dichiarazioni improntate a mestizia. Tanto è bastato per addossarle la nomea di donna senza cuore. Ora, è persino tenero che il pubblico si immagini il mondo dello spettacolo come un’unica grande famiglia in cui ci si invidia, però in fondo ci si vuole bene, ricompattandosi a battesimi e funerali. Ma non è detto che un dolore debba essere esibito per essere vero. Anzi, talvolta è vero il contrario. In ogni famiglia esistono professionisti delle condoglianze che girano con la lacrima a portata di ciglia, pronti a commemorare chi in vita destava di rado il loro interesse e nutriva più spesso la loro maldicenza.

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Il caffè di Gramellini

giovedì 22 marzo 2018

Ti vesti di primavera...

Ti vesti di primavera, indossi il tuo sorriso migliore e splendi. E anche quest'anno l'inverno ha perso. Andrea Filocomo

Qualche volta...


Fonte immagine

"Qualche volta col cuore
Più di rado con l'anima
Quasi mai con la forza
In pochi , amano del tutto."


domenica 18 marzo 2018

Il bimbo nella valigia

Il caffè di Massimo Gramellini

Una delle meraviglie dell’infanzia è che ci si addormenta ovunque. Anche dentro una valigia. Anche dentro una guerra. La foto è stata scattata alla periferia di Damascoe documenta l’esodo da un quartiere di nome Ghouta, dove ieri sono morte cento persone sotto le bombe di Assad, liberatore o sterminatore a seconda dei gusti. La mano che regge il bambino nella valigia appartiene presumibilmente all’uomo che ha avuto il coraggio e la follia di metterlo al mondo. Rappresenta l’ultima certezza per lui, rimasto senza più casa né cibo.

È il terzo bambino siriano che ci viene addosso. Il primo fu Aylan, annegato su una spiaggia turca come se dormisse. Ci costrinse a guardare i profughi con altri occhi. Poi l’emozione svanì e, per gli europei, i migranti tornarono a essere gli sfaccendati che bivaccano nelle loro piazze. Il secondo fu Omran, il piccolo Lazzaro riemerso dalle macerie di Aleppo con il corpo ricoperto di sangue e di polvere. L’emozione venne replicata, ma durò ancora meno: in fondo non era neanche morto. Adesso arriva il bambino nella valigia. Per quanto tempo resisterà nei nostri cuori?

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lunedì 12 marzo 2018

Questo bambino...

Questo bambino dorme in mezzo alle tombe dei suoi genitori perche' non ha più' nemmeno una casa,...si perche'c'e' una guerra lontano da noi una guerra che ogni giorno uccide uomini donne e bambini innocenti..e nessuno ne parla e ci rincoglioniscono con le stronzate ....

Salvatore Santoro

venerdì 9 marzo 2018

LA BANDA LA GALA


di Luisa Sangiuolo

da: "Il Brigantaggio nella Provincia di Benevento 1860-1880" De Martino, Benevento, 1975

La montagna del Taburno, solenne ed austera per il colore bianco-grigio della pietra calcarea, al tempo di Carlo III di Borbone (1), era diventata nelle ampie spianate tra i 1000 e 1100 metri altimetrici, deposito estivo dei cavalli stalloni dell'esercito. All'improvviso, tra la fine del 1860 e l'inizio del 1861 se ne scopre l'importanza strategica, compresa com'è nella catena degli Appennini, per i cui i valichi i briganti possono scorrazzare attraverso la Campania, le Puglie e la Basilicata, nel tentativo di riconquistare Napoli ed impedire all'esercito piemontese le comunicazioni tra il Tirreno e l'Adriatico. La fitta abetaia e il terreno accidentato, ben si prestano alla guerriglia. Cipriano La Gala, qui fissa il suo quartiere generale, di qui manovra ben trecento uomini organizzandoli in commandi di non più di dieci persone, in continue sortite contro i territori di Cancello, Nola, Caserta, Limatola, Durazzano, Arpaia, Sant'Agata dei Goti, Cervinara. Obiettivo di Cipnano è la restaurazione di Francesco II sul trono di Napoli; arruola gli uomini pagandoli con il danaro che il comitato centrale borbonico gli invia tramite messi fidati; quando però le sovvenzioni non arrivano più, è costretto a provvedere da sè. Ricorre al sistema delle grassazioni e il 23 maggio 1861 estorce denaro in Avella (2) a Michele Abate, Francesco Biancardi, Aniello d'Avanzo e Martino de Lucia. Nello stesso giorno, sempre in Avella, sequestra un bambino di undici anni Vincenzo d'Avanzo; chiede e ottiene dal padre un riscatto in ragione di L.204, provviste di pasta, sale e tabacco. Il fanciullo si mostra docile; in pochi giorni di prigionia conquista la fiducia dei carcerieri, quindi col pretesto di raccogliere per loro fragole nel bosco, se la dà a gambe. Al processo testimonierà a favore di Cipriano, illustrando la buona indole del brigante, ma il La Gala negherà di averlo mai visto. Un mese dopo, sull'imbrunire assalta 1'Ufficio del Ricevitore della Ferrovia di Cancello, portando via dalla cassa 314 lire e 50 centesimi. Indi procede ad una spedizione punitiva: l'uccisione del caffettiere Ferrara che ha fatto la spia contro di lui. Il brigante Antonio Pipolo lo fa legare ed incita gli altri a sparargli addosso. Dopo qualche esitazione, quattro colpi partono. Il Ferrara rotola su se stesso, mentre riceve il colpo di grazia all'orecchio. Il 27 luglio l'assalto alla corriera sulla strada di Cimitile (3), si conclude con un tragico bilancio: muoiono Bartolo Cuminelli e Pietro Brocchieri carabinieri di scorta; è ferito il postiglione, derubato il passeggero genovese Preve. Uno dei luogotenenti più fidi, Crescenzo Gravina, il 31 di agosto, in circostanze non chiare, uccide il bersagliere Federico Pellegrino di Pisa. Allo stesso periodo, risale il saccheggio subito dai fratelli Giovanni e Michele Mascolo di Sasso di Roccarainola (4). Dopo aver subito furto di granaglie ed oggetti vari, Orsola Piscitelli, moglie di Michele, è portata via in montagna per fini turpi e rilasciata solo a seguito delle pressanti richieste di persone dabbene che intercedono per lei. Il Mascolo accusato di meditare la vendetta e di essere disposto a denunziare 14 briganti alle autorità, preso con la forza, è chiamato a discolparsi dinanzi al tribunale dei briganti. Come in un regolare processo, si odono i testimoni a discarico, i testi di accusa, la requisitoria del Pubblico Ministero Piscitelli, cognato dell'accusato. Le imputazioni sono talmente inverosimili che lo stesso Cipriano conviene trattarsi di testimonianze calunniose non rispondenti al vero; i giurati dopo aver votato l'assoluzione più completa, si associano al Presidente nella deplorazione dei rancori personali del Pescitelli verso il congiunto e decidono di indennizzare il Mascolo per i danni subiti, anche e soprattutto in riconoscimento delle munizioni e vettovaglie da lui fornite alla Comitiva. La banda, forte di 85 uomini, il 2 settembre si dirige al villaggio di Paolini di Sant'Agata dei Goti, verso la casa dei fratelli sacerdoti don Giacomo e don Pasquale Viscusi. La nipote Domenica cerca di opporsi alla cattura degli zii, chiede pietà per il vecchio don Giacomo, ma Cipriano infastidito dalle sollecitazioni, fa per trafiggerla con lo stile. Nel trambusto generale, il vecchio prete, sentite le grida della nipote, preferisce consegnarsi ai briganti, dicendosi disposto a pagare il riscatto. Le prime richieste sono avanzate in ragione di 12.000 ducati. Impossibile pagare una somma simile; i contraenti si accordano per 6.000 ducati; i due fratelli sono portati in montagna e dopo una settimana, Pasquale è rimandato a casa per sollecitare il pagamento dell'intera somma. Frattanto un altro prete: Messandro Ruotolo di 30 anni sequestrato in contrada Acquavitara sulla strada tra Arpaia e Arienzo, viene a fare compagnia al Viscusi. Vorrebbe confortarlo, parlare con lui, ma ne è dissuaso dal brigante Antonio Sperone. Giona impaziente, non vuole aspettare oltre, tronca un orecchio al Viscusi; Ruotolo testimone oculare, vede Pasquale Papa, fratello di Domenico addentare l'orecchio e con i filacci di carne tra i denti, lo sente esclamare "capperi che bel sapore hanno gli orecchi dei preti!" Giona infastidito, glielo toglie di bocca; non è il caso di mangiarlo, lo si deve spedire alla famiglia per averne quattrini (5). Ci si domanderà perchè tanta ferocia verso un sacerdote. Gli è che i briganti detestavano i preti, le cui competenze si estendevano per legge fino a stilare il certificato di buona condotta dei parrocchiani. Essi erano tenuti ad individuare quanti si allontanasse di casa per imprese di brigantaggio politico e a trasmettere le loro relazioni al Sindaco, al Comandante dei Carabinieri, al Comandante della Guardia Nazionale, al Delegato di Polizia. In particolare il giovane Domenico Papa da Santa Maria a Vico, era stato costretto a farsi brigante a causa del sacerdote Giuseppe Mazzone che aveva avuto la poca accortezza di parlare male di lui e del fratello Pasquale con le donne più pettegole del paese: Carmela Nuzzo e Giuseppa Campagnuolo. Aveva loro confidato che quei ladri dei figli di Tep-Tep avevano avuto quello che. si meritavano ed erano stati arrestati nella cupa di Pizzoli. Le donne menarono un gran chiasso per il villaggio e forse riflettendo che il parroco aveva l'abitudine di anticipare un po' gli eventi, avevano voluto fare un sopralluogo di persona in casa dei Papa, dove trovarono i presunti arrestati, pacificamente raccolti in seno alla famiglia. 

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lunedì 5 marzo 2018

Cosmonatuta

di Simone Corrà


Sul sito eBookGratis.net è distribuito da oggi Cosmonatuta, il libro digitale scritto da Simone Corà.

L'ebook gratuito è pronto per il download nei formati ePub e Kindle (.mobi).

Questa la trama de Cosmonatuta:
Una disfatta in una partita di calcio tra bambini porta il vecchio Amedeo a scontrarsi con l’allenatore.

La discussione prosegue anche in pullmino e si ferma solo quando tutto si blocca all’improvviso. Il motore si spegne, l’accensione non funziona più.

Lì davanti, oltre la folla appena radunata, una massa di muscoli rossi, un grumo di carne, sangue e spuntoni d’ossa che occupa la strada, una creatura priva di forma che respira e si gonfia.

Che
cresce.

Da dove proviene? Cosa cerca? O forse, da chi fugge?


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I dieci versi dalle canzoni di Battiato da appuntarsi e non dimenticare

Il cantautore, morto ieri nella sua residenza di Milo, era nato a Jonia il 23 marzo del 1945. Ha spaziato tra una grande quantità di generi,...