Quando una spina diventa verbo
e il verbo è musica da respirare in gocce
e scivola d'olio sulla lingua ingorda
o s'aprono le labbra chiuse al bacio
per catturarne il senso che commuove
piange il poeta stupito del parto arcano
immemore delle doglie a fauci aperte
spazzate via da un vento malandrino.
Nasce il colore il canto la curva del sospiro
il grido si declina all'imperfetto
muto adesso su sillabe d'inchiostro
nello stupore rosa di un sentire tondo
Il confondersi di un ramo sciolto in gemma
narra d'ogni virgola il ricamo a rosso acceso
Poeta è chi riesce a rispondere sul foglio
ai morsi della vita -dente a dente-
a fil di spada il segno si ripassa
marchiato a fuoco sulla pelle
l'eco di un fiore sbucciato dal dolore
La mano asciuga una lacrima d'addio
- il verso ha ali grandi e non rimane-
l'occhio vede attraverso la sua coltre
e l'oltre appare appannandosi di fiato
Domani ancora vivo adesso mi riposo.
di Annamaria Giannini
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venerdì 24 febbraio 2012
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1 commento:
grazie davvero....
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