scuro, minaccioso, illuminato da uno spicchio di luna.
Ieri ho visto il mare
e fra i rumori della notte
ho udito il suo rumore richiamarmi,
rapire i miei pensieri come una sirena.
Io appoggiata alla ringhiera, ho gridato senza dire una parola,
e quest’urlo è rimasto soffocato senza eco, nel mio più profondo essere,
i miei occhi,
persi in quell’immensità angosciosa e affascinante,
sono rimasti fissi,
ed ero mare all’improvviso,
scura minacciosa, senza luce,
non avevo lacrime sul viso,
ma il sale del pianto mi bruciava il cuore,
ed il mio corpo si aggrappava alla ringhiera
quasi a sostenersi contro la tempesta,
bastava voltarsi per fuggire,
ma restavo ad ascoltare l’infrangersi del mare dentro me,
ed ogni onda era uno squarcio in più,
era un tormento,
ma restavo, rapita quasi persa,
cieca di terrore ma incapace,
viva ma come senza vita…
Qualcuno mi ha preso per la mano e mi ha portato via mentre morivo
ed io ho avuto appena il tempo di salutare il mare
e stringermi nel cuore il suo lamento.
Cristina Pinochi
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