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Era arrivato dicembre e tutti i bambini del mondo aspettavano quello che per loro era il giorno più bello dell’anno: il Natale.
Nel piccolo paese di Serravalle, ai piedi delle colline e accarezzato dalle acque del torrente Scrivia, viveva una bambina molto intelligente simpatica che si chiamava Angela.
Il nome le calzava a pennello perché possedeva una grandissima dote: sapeva entrare nel cuore delle persone e regalava il suo sorriso a chi era triste.
Quell’anno, avrebbe voluto fare un regalo a tutti quelli che per quella importante festa erano soli e percepivano l’atmosfera natalizia con sentimenti contrastanti perché la gioia degli altri li rendeva malinconici. Non che fossero invidiosi, per carità, ma sapevano che per loro era diverso.
Molti di questi erano anziani, altri avevano perso i loro affetti più cari e restava solo il ricordo di chi ormai non c’era più. Alcuni erano diventati poveri perché avevano perso il lavoro e a causa della loro età non riuscivano a trovarne un altro, altri il lavoro non lo avevano ancora trovato anche se erano giovani e in gamba.
Il mondo stava andando all’indietro, il progresso aveva generato pochi ricchi e tantissimi disperati.
Angela era ancora una bambina ma si rendeva conto di ciò che stava succedendo intorno a lei e ne soffriva.
Avrebbe voluto fare qualcosa di concreto e ci pensava giorno e notte; voleva trovare il modo di alleviare, almeno per un giorno così speciale, i grattacapi del prossimo.
Non sapeva davvero come fare e un giorno, per trovare ispirazione, andò a fare una passeggiata nel grande prato vicino alla chiesetta di Montei.
Camminò lungo le vigne, entrò nel bosco di castagni e si accorse che tra la neve caduta copiosamente i giorni precedenti, sbucavano bellissimi fiori bianchi.
Non li aveva mai notati prima ed era strano che i fiori sbocciassero in inverno.
Li raccolse e ne fece dei grandi mazzi. Scese in paese di corsa e chiamò a raccolta i suoi amici, poi tutti insieme si incamminarono verso il pensionato, dove vivevano molti anziani rimasti soli.
Insieme ai vecchietti cantarono le canzoni più belle del Natale e addobbarono le stanze con i fiori appena raccolti: le rose di Natale.
Le loro voci arrivarono in piazza del mercato, a porta Genova poi a Ca’ del sole e nel quartiere Lastrico. Furono uditi anche a Stazzano e all’Outlet.
Una moltitudine di persone fu guidata all’origine di quella melodia. E tutti, piccoli e grandi, poveri e ricchi si misero a cantare.
Il messaggio arrivò forte e chiaro: se al freddo dell’inverno la natura regalava fiori così meravigliosi, non bisognava perdere il sorriso e la speranza.
E grazie ad Angela e alle rose di Natale, lo spirito e il valore del giorno più magico dell’anno entrò nel cuore di ogni persona.
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