Gavi e' un paese goloso ed elegante come la sua gente e chi vi sosta
anche solo per mezza giornata, scoprira' atmosfere inattese. Il paese ha una storia secolare d'accoglienza. Gran parte della sua
economia fu nei secoli l'arte dell'ostelleria e la tradizione
dell'accoglienza prosegue oggi nella golosita' dei suoi prodotti tipici:
gli amaretti, inimitabili dolcetti centenari; un prelibato insaccato
chiamato "testa in cassetta", il vino Cortese e i ravioli, a proposito
dei quali e' necessario spendere qualche parola in piu', perche' pare
che la storia dica, e storici e chiefs di altre illustri regioni non me
ne vogliano, che i ravioli cosi' come ancor oggi ce li figuriamo e li
mangiamo, videro la luce nella Citta' di Gavi. Siamo nel XII secolo e Gavi era passo obbligato sulla rotta commerciale
fra Genova e la Padania. Fiere, incontri e scambi, vocarono la cittadina
all'ospitalita' locandiera con il fiorire di bettole e ristori. Una di queste si chiamava "l'Hustaia du Ravio" ed era di proprieta'
della famiglia Raviolo, che inventando, cit.: "quel guanto ripieno di
borragini e scarole, uova e formaggio di capra...", dette inizio al
fortunatissimo piatto che poi Genova avrebbe lanciato nel mondo dal
1200. (Notizie tratte dagli scritti di Carletto Bergaglio, fondatore e Gran Maestro dell'Ordine dei Cavalieri del Raviolo di Gavi.) Una curiosita' : pare che anche Paganini fosse un estimatore di questi prelibati ravioli.
Ma l'accoglienza sta prima di tutto nella gente.
A Gavi le tradizioni sono dure a morire e in questo caso, si direbbe per
fortuna. In un epoca di appiattimento massmediatico come il nostro, a
Gavi il dialetto, simile a quello genovese, e' ancora saldamente
radicato anche nelle generazioni piu' giovani e comunemente parlato
nelle botteghe, nei bar, per strada, suonando come una melodia priva di
sboccature. La parlata, il modo conserto di gesticolare, l'accoglienza mai esagerata
ne' lesinata: tutto dice di una popolazione cortese come il suo vino,
socievole ma senza eccessi, sicuramente orgogliosa, anzi a volte quasi
superba, per aver saputo creare e mantenere un luogo dove il bramato
"buon vivere" e' di casa.
Gavi e il suo territorio sono un'esperienza sensoriale indimenticabile
se li si sanno avvicinare e comprendere senza fretta e con umilta',
magari mentre si sorseggia un bicchiere di Cortese con i pensieri sparsi
nella brezza che arriva dal mare.
Fonte: Taccuino di un errante
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lunedì 21 maggio 2012
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