È innegabile il lungo, duro e faticoso cammino che le donne hanno dovuto
percorrere per riscattarsi, per poter sedere, con pari diritto e
dignità, allo stesso tavolo degli uomini. Ecco alcune protagoniste di
questa battaglia, raccontate da Rita Saviotti, autrice di Femmine
1) Una donna di Sibilla Aleramo
Le
tappe dolorose di chi cerca di affermare il proprio essere individuo
autonomo rispetto alla società dell’epoca che la vuole totalmente
succube, remissiva, ubbidiente. Ci si aspetta da lei che riconosca
l’autorità, che accetti supinamente le regole del gioco, che non le
sovverta. E sono soprattutto le altre donne che la vogliono così, perché
così è stato per loro e per forza dev’essere anche per lei. Alla
protagonista costerà un prezzo molto alto ribellarsi eppure avrà la
forza di compiere i passi del suo cammino.
2) La specialista del cuore di Claire Holden Rothman
Una situazione simile la ritroviamo in questo romanzo, con la
differenza che la protagonista ha fin da subito le idee chiare su quello
che sarà il suo futuro: vuole fare il medico in un’epoca in cui
studiare e svolgere certe professioni era prerogativa maschile. Inizia a
combattere fino a raggiungere il traguardo che vuole per sé, ma
soprattutto per tutte le altre che verranno dopo di lei. La sua vita è
dura fin dall’infanzia e la costringe a farsi carico non solo di se
stessa, ma anche della sorella e del mistero legato alla figura del
padre scomparso che sembra travolgerla e contaminarla. Si crea nuovi
riferimenti che scopre poi falsi ed ingannevoli, come il padre
ritrovato. Ma Agnès, come una fenice, rinasce dalle proprie ceneri ed
anche se durante il percorso sembra dimenticare la propria femminilità
per favorire il suo essere medico, specialista, scienziata, alla fine la
sua essenza, il suo profumo, emergeranno e le permetteranno di
riconoscere ed accettare anche l’amore.
3) La lunga vita di Marianna Ucria di Dacia Maraini
Una bimba esposta alla violenza, una violenza subita in prima persona e
vista su altri. Una violenza di cui non potrà mai parlare. Nessuno
sentirà più la sua voce perché in una società in cui non ci si può
raccontare, in cui le tragedie vengono lavate nelle cantine buie di un
mondo che rinforza la propria barbarie nonostante le trine ed i merletti
di cui si veste, beh, allora è segno che non c’è più nulla da dire. E
Marianna diverrà la mutola. Per scelta obbligata. Si respira l’aria
rovente, soffocante, di una Sicilia antica, dove il sudore si mescola
alla polvere, si impasta in una realtà che ha come ingredienti
principali il silenzio, il mistero, la superstizione, la violenza e la
morte. Marianna dovrà combattere contro tutto questo ed a modo suo
costruire un mondo in cui sia possibile continuare a vivere.
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