domenica 18 settembre 2016

La forza delle donne: sette storie di coraggio che hanno conquistato il mondo

È innegabile il lungo, duro e faticoso cammino che le donne hanno dovuto percorrere per riscattarsi, per poter sedere, con pari diritto e dignità, allo stesso tavolo degli uomini. Ecco alcune protagoniste di questa battaglia, raccontate da Rita Saviotti, autrice di Femmine



1) Una donna di Sibilla Aleramo
Le tappe dolorose di chi cerca di affermare il proprio essere individuo autonomo rispetto alla società dell’epoca che la vuole totalmente succube, remissiva, ubbidiente. Ci si aspetta da lei che riconosca l’autorità, che accetti supinamente le regole del gioco, che non le sovverta. E sono soprattutto le altre donne che la vogliono così, perché così è stato per loro e per forza dev’essere anche per lei. Alla protagonista costerà un prezzo molto alto ribellarsi eppure avrà la forza di compiere i passi del suo cammino.

2) La specialista del cuore di Claire Holden Rothman
Una situazione simile la ritroviamo in questo romanzo, con la differenza che la protagonista ha fin da subito le idee chiare su quello che sarà il suo futuro: vuole fare il medico in un’epoca in cui studiare e svolgere certe professioni era prerogativa maschile. Inizia a combattere fino a raggiungere il traguardo che vuole per sé, ma soprattutto per tutte le altre che verranno dopo di lei. La sua vita è dura fin dall’infanzia e la costringe a farsi carico non solo di se stessa, ma anche della sorella e del mistero legato alla figura del padre scomparso che sembra travolgerla e contaminarla. Si crea nuovi riferimenti che scopre poi falsi ed ingannevoli, come il padre ritrovato. Ma Agnès, come una fenice, rinasce dalle proprie ceneri ed anche se durante il percorso sembra dimenticare la propria femminilità per favorire il suo essere medico, specialista, scienziata, alla fine la sua essenza, il suo profumo, emergeranno e le permetteranno di riconoscere ed accettare anche l’amore.

3) La lunga vita di Marianna Ucria di Dacia Maraini
Una bimba esposta alla violenza, una violenza subita in prima persona e vista su altri. Una violenza di cui non potrà mai parlare. Nessuno sentirà più la sua voce perché in una società in cui non ci si può raccontare, in cui le tragedie vengono lavate nelle cantine buie di un mondo che rinforza la propria barbarie nonostante le trine ed i merletti di cui si veste, beh, allora è segno che non c’è più nulla da dire. E Marianna diverrà la mutola. Per scelta obbligata. Si respira l’aria rovente, soffocante, di una Sicilia antica, dove il sudore si mescola alla polvere, si impasta in una realtà che ha come ingredienti principali il silenzio, il mistero, la superstizione, la violenza e la morte. Marianna dovrà combattere contro tutto questo ed a modo suo costruire un mondo in cui sia possibile continuare a vivere.

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