La foto che vedete qui accanto racconta un’umanità perduta. Nei giorni
scorsi quest’immagine che ritrae un soccorritore a bordo di una nave
della Marina Militare italiana, mentre scherza e batte il cinque a un bambino appena salvato dal mare che inghiotte esseri umani ogni giorno, ha fatto il giro del mondo. Ha colpito per la gioia nel volto del piccolo migrante che dopo notti
in mezzo al mare, probabilmente tremante di paura, ha visto arrivare a
pochi metri da lui il gigante buono, la nave pronta a salvare la sua vita, quella dei suoi genitori e di tutte le persone salite su quella barca della speranza insieme a lui.
Quell’immagine è divenuta ben presto un ricordo lontano che ha lasciato spazio a nuove foto, quelle che arrivano dai confini dell’Europa, tra Grecia e Macedonia,
dove con il filo spinato, i fumogeni e gli interventi della polizia si
sta chiedendo a migliaia di persone in fuga da una terra che li
costringe ad andarsene di tornare indietro. O meglio, di entrare pochi
alla volta a casa nostra. Si susseguono gli scatti di bambini che
tendono la mano oltre il filo spinato, con il viso coperto di lacrime
perché forse a quel punto del viaggio non sanno nemmeno più come ci
siano arrivati.
(...)
di Alessia Arcolaci
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