Porto un vino inconsueto
A labbra da tempo inaridite
Vicine alle mie,
E le incito a bere;
Crepitanti dalla febbre, tentano,
Io distolgo i miei occhi traboccanti,
E torno dopo un'ora a controllare.
Le mani stringono ancora il tardivo bicchiere -
Le labbra che avrei voluto rinfrescare, ahimè -
Sono così esageratamente fredde -
Farei prima a tentare di scaldare
Petti dove il gelo si è insediato
Da secoli sottoterra -
Alcuni altri assetati potrebbero esserci
Ai quali costui mi avrebbe indirizzato
Gli fosse rimasta la parola -
E così porto sempre la coppa
Se, per caso, mia potesse essere la goccia
Che spegne la sete di qualche pellegrino -
Se, per caso, qualcuno mi dicesse
"All'umile, a me",
Quando alla fine mi risveglierò -
Emily Dickinson
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mercoledì 12 maggio 2010
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