Quel giorno tra l’asfalto, l’elicottero e l’ospedale aveva anche questi pensieri: «Magari non riesco più a camminare bene e poi come faccio a correre?». Immagina una possibilità: «Però se la amputano posso ritornare in pista». Aveva già visto su youtube gare paralimpiche: «Insieme con papà. Mi motivavano». C’era Martina Caironi che vinceva medaglie a Giochi e Mondiali: «L’atletica faceva parte della mia vita prima dell’incidente. Mezzofondo, allora non pensavo alla velocità». Una parte importante, visto che la mente era sempre a quello anche mentre era in un letto di ospedale: «Smettere di correre era fuori discussione. Sapevo che si poteva fare. La voglia c’è stata da subito».
Ecco, Ambra Sabatini, toscana del gennaio 2002, è una tipa così. Capace di diventare la sprinter più veloce del mondo e di puntare alla Paralimpiade quando è passato poco più di un anno e mezzo da quella amputazione che le ha tolto una gamba, ma non sogni e futuro.
Continua qui
Nessun commento:
Posta un commento