Ha speso tre ore a cucinare un sugo da favola per noi.
A cena racconta storie della valle e della civiltà contadina.
Poi si accende parlando di attualità e riflettendo sui danni del sistema capitalista e consumista alle economie rurali.
La mattina dopo nonostante la nevicata (!) prende la macchina e va a dire messa nei paesi attorno.
A cena racconta storie della valle e della civiltà contadina.
Poi si accende parlando di attualità e riflettendo sui danni del sistema capitalista e consumista alle economie rurali.
La mattina dopo nonostante la nevicata (!) prende la macchina e va a dire messa nei paesi attorno.
E' un vero ribelle don Luciano, uno di quelli che hanno ispirato questo cammino. Uno che negli anni in cui tutti fuggivano dalle campagne ha fondato una cooperativa agricola, e poi un agriturismo per provare a tenere in vita un po' di lavoro e di cura del territorio, in una delle zone più "lontane" della val Borbera, Dova.
Uno di quei preti troppo scomodi e troppo liberi per essere valorizzati nei grandi centri, che ha trovato senso missionario nel tornare dove era nato, e dove ancora oggi, a più di 80 anni, continua a seminare uno stile controcorrente, essenziale, trasversale, come il seminatore della parabola.
Una sosta bellissima, quella del Cammino dei Ribelli al Maggiociondolo di Dova.
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