mercoledì 27 novembre 2019

Non mi piace (il contromanuale di Facebook)

Quando qualche anno fa ho scritto questo contro manuale di Facebook, stufo di vedere in libreria solo manuali veri del social di Zuckerberg, temevo che avrei perso degli amici (virtuali). Invece me ne sono fatti altri: qualcuno ha voluto essermi "amico" per vedere come razzola uno che predica bene.

In effetti di stupidaggini ne faccio anche io (qua e là, nel libro, lo ammetto). Non è un caso se, nella quarta di copertina del libro, trovate solo il mio account Twitter… ;)

Ho subito l’unfriend perché qualcuno, dotato di coda di paglia più o meno lunga, ha pensato che stessi parlando di lui.

Facebook è micidiale per i permalosi (come me), così come per narcisisti ed egocentrici (attenti: leggendo gli status si possono riconoscere anche gli psicopatici). Pensiamo sempre che si stia parlando di noi, anche quando si commenta il meteo, un rigore non dato o la crisi in Medio Oriente.

In parte è normale: è una sorta di meccanismo di autodifesa. Ma spesso esageriamo: crediamo di essere al centro del mondo, o di non esserlo affatto, senza mezze misure.

Facebook, anche da questo punto di vista, non ci aiuta. Anzi: amplifica e distorce la realtà (fino a provocare patologie, vedi: dipendenza) così come altera i concetti di amicizia o di "mi piace".

Modifica i rapporti con le persone, disposte in alcuni casi anche a tollerare banalità come "sto andando a fare la spesa" (accompagnato dall’ormai immancabile selfie) o "stasera zuppa di pesce!" (anche in questo caso con tanto di foto, vedi foodporn) perché, ci hanno spiegato, l’intimità ambientale permette di rimanere vicini a qualcuno anche se in realtà si è lontani.

Ciò non significa che possiamo permetterci tutto: vietato esagerare.


Continua qui

Ebook gratis

lunedì 4 novembre 2019

Si è spento Alberto Sed...


Per 50 anni non raccontò a nessuno della sua esperienza di ebreo deportato. Poi lo fece con Roberto Riccardi nel libro “Sono stato un numero” (Giuntina editore). La madre e due sorelle vennero uccise nel lager (una sorella venne fatta sbranare dai cani a un mese dalla liberazione per diletto dei soldati).
Ricordare è l'atto che più temono le vocazioni totalitarie. Quando una vita come quella di Alberto Sed smette di respirare, l’ansia va sempre nella stessa direzione: ora chi porterà le prove contro populisti e sovranisti?


Roberto Saviano


Continua qui



Il ricordo di Alberto Sed e i «mostri» che non muoiono mai



.

venerdì 1 novembre 2019

Alda Merini moriva 10 anni fa: alcuni dei suoi versi più belli

La poetessa milanese ha rappresentato una delle voci più intense dell’ultimo secolo, grazie al modo unico in cui ha saputo trasformare la tragedia di una vita “diversa” in poesia universale. Parlare dei suoi versi, così intimi, dolorosi e sofferti, ma anche estremamente illuminanti, non è cosa facile: ecco perché a dieci anni esatti dalla scomparsa di Alda Merini, torniamo ancora una volta a leggere le sue poesie.

Il 1 novembre 2009 moriva, a 78 anni, Alda Merini. Dieci anni sono trascorsi da quando una delle voci più dirompenti del Novecento si è spenta: ma nonostante la scomparsa, l’immensa opera della poetessa meneghina ha ancora una forza e una vivacità straordinarie. Raccontare in poche righe tutto ciò che Alda Merini ha vissuto, ed è stata, sarebbe impossibile. Per questo, in occasione di questi primi dieci anni senza di lei, a parlare sono nuovamente i suoi versi.

Alda Merini, la poetessa della follia

Sono nata il ventuno a primavera

Ma non sapevo che nascere folle

Aprire le zolle

Potesse scatenar tempesta.

Leggere le sue poesie vuol dire entrare, nel modo più diretto e profondo, nella sua vita. Ma il valore dei versi di Alda Merini non è riconducibile esclusivamente alla sfera biografica, anzi. Come amava spiegare Maria Corti, critica letteraria ed intima amica della poetessa, nella sua scrittura “vi è prima una realtà tragica vissuta in modo allucinato in cui lei è vinta; poi la stessa realtà irrompe nell’universo della memoria e viene proiettata in una visione poetica in cui è lei con la penna in mano a vincere”. La vita, con tutto il suo peso, è stata per Alda Merini un punto di partenza e un punto di arrivo della sua poesia, così come la malattia e la solitudine sono stati veleni ed antidoti della propria condizione esistenziale.

Continua qui

I dieci versi dalle canzoni di Battiato da appuntarsi e non dimenticare

Il cantautore, morto ieri nella sua residenza di Milo, era nato a Jonia il 23 marzo del 1945. Ha spaziato tra una grande quantità di generi,...