Fonte immagine |
Fate il vostro blog! Poesie, pensieri e racconti dei miei amici...oppure trovati sul web.
giovedì 31 ottobre 2019
mercoledì 30 ottobre 2019
martedì 29 ottobre 2019
OMAGGIO ALL'UOMO CHE PIANTAVA GLI ALBERI
C'è un uomo che nella realtà ha compiuto le stesse azioni di Elzéard Bouffier, il pastore raccontato da Jean Giono nel libro "L'uomo che piantava gli alberi" e che generazioni di lettori hanno creduto, per molto tempo, essere davvero esistito.
- Laura Nosenzo
Nella sua lunga vita, spenta dieci anni fa, Giovanni Giolito ha messo nella terra oltre ventimila germogli tra il Sud Astigiano e la Liguria.
La Val Sarmassa, dichiarata nel 1993 Riserva Naturale, è stato il luogo in cui ha operato maggiormente, quello di gran lunga più amato ("Il mio angolo di paradiso"), dove da bambino, non appena asciugata la rugiada del mattino, andava con la nonna settimina a raccogliere le erbe selvatiche e da adulto sedeva sotto i maestosi alberi a leggere dopo aver piantato germogli, soprattutto di quercia.
Un gesto che ha fatto fin quasi all'ultimo, fin quando ha potuto.
"Io sono davvero uguale a quel pastore - ripeteva negli ultimi mesi della sua vita - che ha piantato alberi semplicemente perché ha pensato giusto farlo. Solo questo è importante".
Di quei ventimila germogli messi a dimora Giovanni Giolito non s'è mai fatto vanto: "Lo faccio per passione e senza chiedere nulla in cambio. E' un gesto spontaneo. Nessuno me lo chiede e mi ringrazia".
Per chi non lo conosceva, Giolito era un tipo strano, per le poche persone amiche Gim è stato un uomo straordinario. Ho avuto la fortuna di essere tra queste e di raccontare la sua vita in un libro, dopo aver superato prove ritenute fondamentali, come andare a raccogliere con lui la camomilla, sotto il sole di giugno, per mettere alla prova il mio impegno e la mia pazienza.
Mentre cercavamo le erbe o deponevamo germogli, Gim mi spiegava: "Il bosco cresce in silenzio, senza far rumore. Bisogna saper aspettare, avere pazienza. Usare rispetto alla natura, perché la terra non si fabbrica. Poi succede ciò che è naturale: da un piccolo seme viene un grande albero. Pazienza se agli altri dà fastidio. Con i contadini ho avuto discussioni a non finire".
Amava la natura sopra ogni cosa. Da bambino (ribelle) le punizioni della maestra nella scuola di Nizza Monferrato, dove era nato, si risolvevano il più delle volte con movimentate fughe nei boschi della Sarmassa; già anziano, fin quando ha potuto guidare il motocarro Ape rosso da lui soprannominato con fine ironia "la mia Ferrari Rossa", è sempre tornato a rivedere, anche a distanza di decenni, gli alberi che aveva piantato. Di quei ventimila germogli, fatti nascere soprattutto da ghiande di farnie accuratamente selezionate, calcolava che soltanto una piccola parte fosse riuscita a superare "le insidie del bosco e le cattiverie dell'uomo".
Aveva per le piante lo stesso amore che si riserva ai figli: "Il mio è un omaggio alla natura. Ma ci sono stati momenti in cui ho voluto omaggiare uomini che sono stati importanti per me. Dopo la morte di Sandro Pertini sono andato nei boschi di Stella, il suo paese natale, e ho cercato delle belle ghiande. Le ho accudite con particolare attenzione e, spuntati i germogli, sono tornato là a sistemarli lungo il versante della montagna, in un posto che so solo io. Negli anni sono diventati alberi robusti".
A diciassette anni Gim pianta il suo primo albero lungo un ruscello: è un acero, la sua specie preferita. Un gesto naturale che ripeterà per buona parte della vita in Sarmassa, nella Langa, al Sassello e nei paraggi di Nizza. Con una regola precisa: "Ogni terra deve avere la sua vegetazione".
A diciassette anni Gim pianta il suo primo albero lungo un ruscello: è un acero, la sua specie preferita. Un gesto naturale che ripeterà per buona parte della vita in Sarmassa, nella Langa, al Sassello e nei paraggi di Nizza. Con una regola precisa: "Ogni terra deve avere la sua vegetazione".
sabato 19 ottobre 2019
Se puoi cominciare la giornata senza caffeina...
Se puoi andare avanti senza pillole stimolanti,
Se riesci ad essere festoso ignorando dolori e sofferenze,
Se eviti di lamentarti, annoiando la gente con i tuoi problemi,
Se puoi mangiare lo stesso cibo ogni giorno ed esserne grato,
Se riesci a capire quando le persone che ami sono troppo occupate per darti retta,
Se passi sopra al fatto che chi ami ti dà erroneamente la colpa se qualcosa va storto,
Se accetti critiche e rimproveri senza risentirti,
Se ignori la cattiva educazione di un amico ed eviti di correggerlo,
Se tratti i ricchi come i poveri,Se affronti il mondo senza bugie o inganni,
Se sai vincere la tensione senza l’aiuto di un medico,Se sei capace di rilassarti senza uso di liquori,
Se riesci a dormire senza l’aiuto di farmaci,
Se puoi affermare in tutta onestà che, al fondo del tuo cuore,sei privo di qualsiasi pregiudizio su religione, colore, credo politico, allora, sei buono, QUASI quanto il tuo cane!
martedì 15 ottobre 2019
Iscriviti a:
Post (Atom)
I dieci versi dalle canzoni di Battiato da appuntarsi e non dimenticare
Il cantautore, morto ieri nella sua residenza di Milo, era nato a Jonia il 23 marzo del 1945. Ha spaziato tra una grande quantità di generi,...
-
Sai che non posso sapere - ciò che fai - Devo immaginare - Quante volte sei in pena per me - oggi - Confessa - Quante volte a causa del...