Pubblicata nel suo "Il libro degli errori" del 1964, e dal titolo "Ladro di "Erre": in migliaia la stanno condividendo sui profili personali, accompagnata da foto che arrivano dall'A10
Dopo il crollo del Ponte Morandi di Genova i social network hanno cominciato a diffondere una filastrocca di Gianni Rodari, pubblicata nel suo "Il libro degli errori" del 1964, e dal titolo "Ladro di "Erre".
La filastrocca, condivisa migliaia di volte dagli utenti, parla di un ponte crollato, di colpe che rimangono appese, di un mancato stupore nel constatare un disastro annunciato. Le parole, adesso, si accompagnano alle foto che arrivano dall'A10 di Genova.
La filastrocca, condivisa migliaia di volte dagli utenti, parla di un ponte crollato, di colpe che rimangono appese, di un mancato stupore nel constatare un disastro annunciato. Le parole, adesso, si accompagnano alle foto che arrivano dall'A10 di Genova.
"C'è, chi dà la colpa
alle piene di primavera,
al peso di un grassone
che viaggiava in autocorriera:
io non mi meraviglio
che il ponte sia crollato,
perché l'avevano fatto
di cemento 'amato'.
Invece doveva essere
"armato", s'intende,
ma la erre c'è sempre
qualcuno che se la prende.
Il cemento senza erre
(oppure con l'erre moscia)
fa il pilone deboluccio
e l'arcata troppo floscia.
In conclusione, il ponte
è colato a picco,
e il ladro di 'erre'
è diventato ricco:
passeggia per la città,
va al mare d'estate,
e in tasca gli tintinnano
le 'erre' rubate".
Fonte
alle piene di primavera,
al peso di un grassone
che viaggiava in autocorriera:
io non mi meraviglio
che il ponte sia crollato,
perché l'avevano fatto
di cemento 'amato'.
Invece doveva essere
"armato", s'intende,
ma la erre c'è sempre
qualcuno che se la prende.
Il cemento senza erre
(oppure con l'erre moscia)
fa il pilone deboluccio
e l'arcata troppo floscia.
In conclusione, il ponte
è colato a picco,
e il ladro di 'erre'
è diventato ricco:
passeggia per la città,
va al mare d'estate,
e in tasca gli tintinnano
le 'erre' rubate".
Fonte
Nessun commento:
Posta un commento