martedì 14 marzo 2017

Sentiero della Pace


L'itinerario segue un percorso ad anello di circa 5 Km caratterizzato da modeste pendenze ed è parte integrante del progetto “La Benedicta Parco della Pace”, nato per ricordare l'eccidio partigiano avvenuto nella primavera 1944 e per promuovere la zona monumentale ad esso dedicata. La presenza di pannelli esplicativi richiede un tempo di percorrenza di almeno due ore, ma è bene prevedere una sosta più lunga: è infatti consigliata la visita al Sacrario, che ricorda tutti i caduti in seguito agli eventi tragici della Benedicta, all'area delle “Fosse dei Martiri”, dove i partigiani catturati durante il rastrellamento del 6 aprile 1944 vennero fucilati e sommariamente sepolti in fosse comuni, e ai ruderi della Cascina Benedicta, valorizzati grazie a un intervento di recupero, restauro e consolidamento finanziato dalla Regione Piemonte. 

I ruderi della Cascina Benedicta

La partenza dell'itinerario coincide con l'antica corte interna alla cascina, delimitata da una recinzione lignea e circondata dalle murature superstiti. Davanti all'ingresso della corte è stata creata una fascia di rispetto che coinvolge anche l'antistante Strada Provinciale, pavimentata utilizzando conglomerato cementizio colorato, ciottoli di fiume e inerti naturali allo scopo di evidenziare l'ipotetico antico tracciato della “Strada Cabanera” e l'intersezione a valle con la strada poderale del Mulino Vecchio. Il percorso perimetrale all'interno dei ruderi consente di percepire l'estensione dell'antico impianto dell'edificio, in origine una “grangia” benedettina. Il restauro ha riportato alla luce la soglia d'ingresso della cappella (lato ovest), il forno e la neviera, dislocata a breve distanza, nell'ombra del bosco di castagni che lambisce i muri perimetrali. 

La neviera della Benedicta, rivestita in pietra e scavata nel terreno per una profondità di circa 5 metri, era in origine chiusa da un tetto a volta, oggi crollato. Con l'arrivo dell'inverno veniva riempita con strati di neve pressata alternati a spesse coltri di foglie secche, che avevano la funzione di isolante termico; le fredde giornate invernali trasformavano velocemente la neve in ghiaccio, che si conservava inalterato per tutto il periodo primaverile-estivo. Prima della diffusione dell'energia elettrica il ghiaccio era un prodotto molto prezioso, utilizzato per la conservazione degli alimenti, per la cura di diverse patologie e per la preparazione di dolci e sorbetti. Era richiesto soprattutto nelle città, dove veniva trasportato sui carri trainati dai buoi e venduto sotto forma di blocchi protetti da sacchi di iuta.

In corrispondenza della neviera si incontra il primo degli otto pannelli che accompagnano il visitatore lungo un percorso storico e sociale dedicato al tema della pace. Dal primo pannello l'itinerario si inoltra nel bosco salendo rapidamente di quota fino raggiungere la Cascina Pizzo, recentemente ristrutturata, che ospita il Centro di Documentazione del Parco della Pace. Dopo averla costeggiata per un tratto, il sentiero si immette sulla Strada Provinciale in corrispondenza della località “I Foi”, toponimo dialettale giustificato dalla presenza di una bella faggeta, e prosegue sulla sinistra, imboccando una pista forestale in discesa di semplice percorrenza.

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Per maggiori informazioni su “La Benedicta – Parco della Pace” e sulle vicende storiche che hanno caratterizzato l'altopiano di Marcarolo e la provincia di Alessandria durante la Seconda Guerra Mondiale contattare:

ASSOCIAZIONE MEMORIA DELLA BENEDICTA www.benedicta.org benedicta@benedicta.org

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