Anche se non pratica del lago, la moglie di un pescatore decide di
uscire in barca. Accende il motore e si spinge ad una piccola distanza;
spegne, butta l’ancora e si mette a leggere il suo libro.
Arriva una guardia forestale in barca. Si avvicina e le dice:
– Buongiorno, Signora, che cosa sta facendo?
– Sto leggendo un libro, risponde lei (pensando “non è forse ovvio?!”).
– Lei si trova in una zona di pesca vietata, aggiunge la guardia.
– Mi dispiace, agente, ma non sto pescando. Sto leggendo.
– Sì, ma ha tutta l’attrezzatura. Per quanto ne so, potrebbe cominciare
in qualsiasi momento. Devo portarla con me e fare rapporto.
– Se lo fa, agente, dovrò denunciarla per molestia sessuale, dice la donna.
– Ma se non l’ho nemmeno toccata!, ribatte la guardia forestale.
– Questo è vero, ma possiede tutta l’attrezzatura. Per quanto ne so potrebbe cominciare in qualsiasi momento.
– Le auguro buona giornata, Signora, e la guardia se ne va.
MORALE: Mai discutere con una donna che legge: è probabile che sappia anche pensare.
Fonte
Fate il vostro blog! Poesie, pensieri e racconti dei miei amici...oppure trovati sul web.
giovedì 30 marzo 2017
domenica 26 marzo 2017
Io cammino.....
Io cammino per un bosco di larici
ed ogni mio passo è storia.
Io penso, io amo, io agisco
e questo è storia,
forse non farò cose importanti,
ma la storia è fatta
di piccoli gesti
e di tutte le cose
che farò prima di morire
saranno pezzetti di storia
e tutti i pensieri di adesso
faranno la storia di domani.
Italo Cavino
venerdì 24 marzo 2017
Se tu fossi cielo...
Se tu fossi musica
non mi stancherei mai di ascoltarti
Se tu fossi cielo
Non smetterei mai di guardarti
Se tu fossi un fiore
Vorrei essere la corolla
Se tu fossi un'isola
E li che vorrei abitare
Se tu fossi uno specchio
non mi stancherei mai di riflettermi
Ma sei solo un sogno
Che riempie i miei giorni
Cinzia Raimondo
martedì 21 marzo 2017
Il ricordo di Marcello Palmisano
Una strada polverosa, un sole accecante, un gruppetto di bambini somali che scandiscono sorridenti “Mar-cel-lo, Mar-cel-lo”. Sono alcuni dei fotogrammi ripresi dalla telecamera di mio padre Marcello in Somalia, terra d’oriente nel meridione del mondo, dove il nove Febbraio di ventidue anni fa è stato ucciso. Mio padre era un giornalista telecineoperatore del Tg2 e con la sua telecamera ha catturato alcuni dei momenti più importanti della fine del secolo scorso: lo sbarco degli albanesi a Bari nel ’91, la caduta del Muro di Berlino, l’invasione sovietica in Afghanistan.
In famiglia si aspettava sempre con curiosità la messa in onda dei servizi: papà tornava con regali fatti d’immagini, suoni e storie di paesi lontani e popoli sconosciuti. C’era qualcosa di epico nei suoi racconti. Per ogni viaggio, c’era sempre una storia dal sapore fiabesco.
Da quell’ultimo viaggio, però, non ebbe tempo di riportare nulla.
Arrivato a Mogadiscio per seguire il ritiro delle forze dell’ONU dalla capitale, rimane vittima di un agguato poco fuori dall’aeroporto. L’ipotesi tuttora più accreditata è lo scambio di persona in una guerra per il controllo dell’export di banane verso l’Europa: lo stesso giorno era previsto l’arrivo a Mogadiscio di un occidentale coinvolto in una delle due fazioni in lotta. Si, perché a Mogadiscio per le banane si spara, nell’ignoranza del consumatore occidentale.
Spente le momentanee luci mediatiche, la Somalia finisce presto nel dimenticatoio e mio padre ne diventa l’apolide della memoria: pur sopravvivendo il ricordo, muore la “ragione”.
La “ragione”: presupposto irrinunciabile per avere giustizia. La giustizia però, dall’aggettivo latino “iustus”, è pertinenza dell’essere. Essere giusti significa capire il contesto in cui ventidue anni fa Marcello Palmisano ha perso la vita. Significa riflettere sul lato violento, rapace e aggressivo del sistema economico di cui l’umanità si è dotata.
Significa raccontare che dietro un apparentemente innocuo frutto esotico potrebbe esserci la brutale spietatezza di capitale estratto in modo criminale.
Cerchiamo di essere giusti dunque: raccontiamo cosa è successo, affinché nessuno dei nostri cari sia caduto invano e nella speranza che qualche coscienza si risvegli.
Davide Palmisano
figlio di Marcello
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giovedì 16 marzo 2017
martedì 14 marzo 2017
Sentiero della Pace
L'itinerario
segue un percorso ad anello di circa 5 Km caratterizzato da modeste
pendenze ed è parte integrante del progetto “La Benedicta Parco della
Pace”, nato per ricordare l'eccidio partigiano avvenuto nella primavera
1944 e per promuovere la zona monumentale ad esso dedicata. La presenza
di pannelli esplicativi richiede un tempo di percorrenza di almeno due
ore, ma è bene prevedere una sosta più lunga: è infatti consigliata la
visita al Sacrario, che ricorda tutti i caduti in seguito agli eventi
tragici della Benedicta, all'area delle “Fosse dei Martiri”, dove i
partigiani catturati durante il rastrellamento del 6 aprile 1944 vennero
fucilati e sommariamente sepolti in fosse comuni, e ai ruderi della
Cascina Benedicta, valorizzati grazie a un intervento di recupero,
restauro e consolidamento finanziato dalla Regione Piemonte.
I ruderi della Cascina Benedicta |
La
partenza dell'itinerario coincide con l'antica corte interna alla
cascina, delimitata da una recinzione lignea e circondata dalle murature
superstiti. Davanti all'ingresso della corte è stata creata una fascia
di rispetto che coinvolge anche l'antistante Strada Provinciale,
pavimentata utilizzando conglomerato cementizio colorato, ciottoli di
fiume e inerti naturali allo scopo di evidenziare l'ipotetico antico
tracciato della “Strada Cabanera” e l'intersezione a valle con la strada
poderale del Mulino Vecchio. Il percorso perimetrale all'interno dei
ruderi consente di percepire l'estensione dell'antico impianto
dell'edificio, in origine una “grangia” benedettina. Il restauro ha
riportato alla luce la soglia d'ingresso della cappella (lato ovest), il
forno e la neviera, dislocata a breve distanza, nell'ombra del bosco di
castagni che lambisce i muri perimetrali.
La
neviera della Benedicta, rivestita in pietra e scavata nel terreno per
una profondità di circa 5 metri, era in origine chiusa da un tetto a
volta, oggi crollato. Con l'arrivo dell'inverno veniva riempita con
strati di neve pressata alternati a spesse coltri di foglie secche, che
avevano la funzione di isolante termico; le fredde giornate invernali
trasformavano velocemente la neve in ghiaccio, che si conservava
inalterato per tutto il periodo primaverile-estivo. Prima della
diffusione dell'energia elettrica il ghiaccio era un prodotto molto
prezioso, utilizzato per la conservazione degli alimenti, per la cura di
diverse patologie e per la preparazione di dolci e sorbetti. Era
richiesto soprattutto nelle città, dove veniva trasportato sui carri
trainati dai buoi e venduto sotto forma di blocchi protetti da sacchi di
iuta.
In
corrispondenza della neviera si incontra il primo degli otto pannelli
che accompagnano il visitatore lungo un percorso storico e sociale
dedicato al tema della pace. Dal primo pannello l'itinerario si inoltra
nel bosco salendo rapidamente di quota fino raggiungere la Cascina
Pizzo, recentemente ristrutturata, che ospita il Centro di
Documentazione del Parco della Pace. Dopo averla costeggiata per un
tratto, il sentiero si immette sulla Strada Provinciale in
corrispondenza della località “I Foi”, toponimo dialettale giustificato
dalla presenza di una bella faggeta, e prosegue sulla sinistra,
imboccando una pista forestale in discesa di semplice percorrenza.
(...)
Continua qui
domenica 12 marzo 2017
giovedì 9 marzo 2017
Tu non sei i tuoi anni...
Tu non sei i tuoi anni,
nè la taglia che indossi,
non sei il tuo peso
o il colore dei tuoi capelli.
Non sei il tuo nome,
o le fossette sulle tue guance,
sei tutti i libri che hai letto,
e tutte le parole che dici
sei la tua voce assonnata al mattino
e i sorrisi che provi a nascondere,
sei la dolcezza della tua risata
e ogni lacrima versata,
sei le canzoni urlate così forte,
quando sapevi di esser tutta sola,
sei anche i posti in cui sei stata
e il solo che davvero chiami casa,
sei tutto ciò in cui credi,
e le persone a cui vuoi bene,
sei le fotografie nella tua camera
e il futuro che dipingi.
Sei fatta di così tanta bellezza
ma forse tutto ciò ti sfugge
da quando hai deciso di esser
tutto quello che non sei.
mercoledì 8 marzo 2017
Festa delle donne: volti e storie di donne, foto e racconti al femminile
L'8 marzo è la Giornata internazionale della donna, una giornata per non dimenticare: per ricordare le discriminazioni e le disuguaglianze che ancora oggi tante donne, bambine e adulte, sono costrette a subire, e le difficoltà che si incontrano per affrontarle e superarle, ma anche per ricordare le conquiste di parità ottenute nei decenni.
Quest'anno le donne della rete "Non una di meno" hanno deciso di aderire, proprio l'8 marzo, allo sciopero globale lanciato in Argentina e poi ripreso da una quarantina di Paesi nel mondo.
Poi ci sono quelle donne che ogni giorno, attraverso il loro lavoro, testimoniano nel mondo il coraggio di lottare, soprattutto in quelle zone dove la disuguaglianza resta forte: eccole quelle donne che cambiano il mondo, ecco quei volti e quelle storie tutte al femminile.
La dispartità uomo-donna è ancora evidente nei cosiddetti 'posti di comando': anche se donne come Angela Merkel, Theresa May ma anche la nostra Federica Mogherini, sono esempi di quante sono riuscite ad ottenere ruoli apicali di potere a livello europeo a discapito di colleghi maschi, la parità resta ancora un miraggio, però, soprattutto se si guarda ai dati che dicono che, di fatto, è ancora fermo al 30% il dato delle donne nei posti che contano.
L'Italia - emerge dai dati Eurostat - è ultima in Europa per numero di donne manager e seconda per la maggiore differenza salariale rispetto agli uomini. Il quadro complessivo europeo non è migliore: i due terzi delle posizioni manageriali nell'Ue sono occupate da uomini (4,7 milioni contro 2,6 milioni) e, nel caso in cui vi sia una donna, questa viene retribuita in media il 23% in meno per le stesse funzioni dirigenziali. Le donne, quindi, nonostante rappresentino approssimativamente metà degli occupati nell'Ue, continuano a essere sotto rappresentate tra i manager. In base ai dati 2014 relativi alle imprese con 10 o più dipendenti, l'Italia insieme a Germania e Cipro è il Paese Ue con il minor numero di donne manager, appena il 22%, seguita a breve distanza da Belgio e Austria (23%), e Lussemburgo (24%).
Grandi assenti anche dai vertici della ricerca, in Italia come in molti altri Paesi, le donne vivono ancora nell'ombra nei laboratori scientifici e nelle universita'. Nonostante molte ricercatrici siano esempi di eccellenza riconosciuti a livello internazionale, la maggior parte non riesce ancora ad emergere come meriterebbe.
L'8 marzo diventa anche l'occasione per non distogliere l'attenzione sulla violenza, troppo spesso quotidiana, contro le donne: una strage continua dentro e fuori le mura domestiche, che racconta di oltre cento vittime, solo nel nostro Paese, ogni anno.
Ecco il bracciale anti-stalker - VIDEO
Ed è solo di di pochi giorni fa la notizia della Corte europea dei diritti umani che ha condannato l'Italia per non aver agito con sufficiente rapidità per proteggere una donna e suo figlio dagli atti di violenza domestica perpetrati dal marito che hanno poi portato all'assassinio del ragazzo e al tentato omicidio della moglie.
Tra le donne che hanno fatto la storia c'è sicuramente da ricordare Valentina Tereshkova, la 'donna delle stelle' che il 14 giugno del 1963 divenne la prima cosmonauta a viaggiare nello spazio, e che proprio questa settimana, ha compiuto 80 anni. E tra le giovani donne che con la propria vita sono un esempio positivo, c'è la campionessa Bebe Vio, che appena ventenne, è un'icona di personalità e determinazione.
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8 marzo: Frida Kahlo e le altre, quando l’Arte è donna...
lunedì 6 marzo 2017
venerdì 3 marzo 2017
Un nido
Intrecciato sul ramo
con fili d'erba sottile
legata da mille voli
Se primavera
non è troppo lontana
un nido è già culla
Scrigno prezioso
di stagioni di sole
voce che racconta
nuvole e vento
Storia semplice
cantata
con rara maestria
da eterni cori
pieni di gioia
Note sapienti
salmi di vita
Testo e foto di Anna Maria Ferrari
3 marzo 2017
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I dieci versi dalle canzoni di Battiato da appuntarsi e non dimenticare
Il cantautore, morto ieri nella sua residenza di Milo, era nato a Jonia il 23 marzo del 1945. Ha spaziato tra una grande quantità di generi,...
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Sai che non posso sapere - ciò che fai - Devo immaginare - Quante volte sei in pena per me - oggi - Confessa - Quante volte a causa del...