Ai tempi di mio padre
mi avrebbero chiamato travet.
Camicia bianca inamidata
mezze maniche nere a vestire
diligenza e puntualità.
Cravatta al collo come cappio
valigetta consunta nella mano
clangore ferroso del tram.
Gente che sale e che scende
aria viziata la mattina,
il cartello “vietato sputare”
e giornate tutte uguali
come il refrain di una vecchia canzone.
E’ la mia vita
la vita di un travet moderno.
Sguardo basso
e mani nelle tasche.
E’ la vita di un triste rabdomante meneghino che
in fondo in fondo
cerca solo il coraggio di volare.
Buba
Fonte
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