quando anche il gallo
che cantò tre volte resta muto.
Quand’anche il furbo Ulisse
tradisce se stesso e il viaggio,
cancella la stirpe, e sceglie
per suo cavallo Ronzinante.
Conviene attesa
quando parole degne di libertà,
che in ogni tempo è stata solo suono,
cadono sfinite, per morire su un foglio
senza eco.
Oh, se si tratta di andare tutti andiamo,
con arroganza, senza timidezze,
ma la mappa è persa.
Il dove e il come sono da decidersi:
deciderà il tempo, capo dei capi,
poi lo stato dei fatti, il caso,
le nostre gambe malferme,
mani cieche che hanno perso il tatto,
occhi che rinunciano a vedere
schiavi di un guardare allucinato.
Oh, se si tratta di amare tutti amano,
ma di un amore che si sente vecchio,
stretto dentro ai contorni consunti
di uno specchio.
Gli specchi in pollici dettano leggi
e le leggi non hanno morale
sono o non sono.
Per mio conto cerco notti,
quando la luna è nera,
quando le luci si chiudono
dietro ad un sipario insoddisfatto.
Eppure eravamo titani
forse anche dei, magari minuscoli
con la capacità di un niente da arricchire,
disegnare e dipingere.
Dire non basta,
servono saette e vento marino, lava interiore.
…Ci basti per oggi, scrivere due righe
per domani.
Abner Rossi
dal Blog ufficiale
11 luglio 2014 (ore 12,35)
poesia depositata siae
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