Il casus belli fu lo “scandalo” delle intercettazioni in cui la ministra pareva aver favorito il compagno intorno all’emendamento della Legge di Stabilità approvato nel dicembre del 2014. Con esso vi fu anche il via libera al progetto di estrazione del petrolio Tempa Rossa gestito dalla Total. Tempa Rossa è il nome del giacimento petrolifero della Basilicata, che si riferisce ad un giacimento scoperto nel 1989, sito precisamente nell’alta valle del Sauro. Il progetto, di non facile realizzazione perché situato tra il parco regionale di Gallipoli Cognato e il parco nazionale del Pollino, si estendeva in larga parte (5 pozzi petroliferi in loco e uno nel comune di Gorgoglione) sul territorio del comune di Corleto Perticara, nei pressi di Potenza, dove sarebbe dovuto sorgere anche un centro di stoccaggio Gpl. Altri due pozzi petroliferi sarebbero dovuti essere perforati una volta ottenute le autorizzazioni di legge.
Il progetto “Tempa Rossa” prevedeva quindi lo sfruttamento di 8 pozzi, di cui 6 già perforati e altri 2 da perforare in quel periodo; la costruzione di un centro per il trattamento olii, dove gli idrocarburi estratti, convogliati tramite una rete di condotte interrate, vengono trattati e separati nei diversi sottoprodotti come il grezzo, il gas combustibile, lo zolfo, il Gol, per poi venir spediti tramite canalizzazioni interrate; un centro di stoccaggio per il Gpl; nonché l’ovvia costruzione delle infrastrutture necessarie sul territorio, ovvero l’adeguamento di strade comunali, i sistemi per l’alimentazione di acqua ed elettricità per il centro di trattamento e la distribuzione degli idrocarburi.
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