La mia città. Da Omero a Bruce
Springsteen. Da Ulisse che naviga tra sirene, ciclopi, maghe, e mostri
marini, sempre sognando Itaca, al cantautore che, con la sua voce roca,
la chitarra tra le mani, il sudore sulla fronte, canta My Hometown. La
mia città natale. In mezzo tutta la storia dell’uomo, secoli di poesia e
di cultura, di ballate e di quadri. Di libri e di sinfonie. Ma lei è
sempre presente. E’ nel cuore di tutti. Molto amata, un poco odiata,
comunque cantata. La mia città. Nessuno resiste al suo fascino. Anche
chi come Odisseo, re di Itaca, fedele al motto “Fatti non foste a vivere
come bruti, ma per seguir virtude e canoscenza”, parte alla
ricerca di nuovi luoghi e di nuovi saperi, sempre si porta nel cuore la
reggia, Telemaco, Penelope, il cane Argo e quell’isola che lo vide
bambino. Si divide in due l’anima dell’uomo: da una parte c’è la
febbrile curiosità di conoscere, di viaggiare, vedere terre nuove,
incontrare altre razze, perdersi nelle stelle di altri cieli; dall’altra
c’è il piacere di proteggersi dietro le abitudini più care, i gesti
conosciuti, una quotidianità che sa farsi soffice e dolce come lo
zucchero filato. La voglia di immergersi nella giungla del Borneo si
affianca al piacere di quel caffè bevuto in quel bar spoglio e
familiare, al piacere di guardare ancora una volta la facciata di
quella chiesa colorata di rosa dal tramonto, di passeggiare su ciottoli
di quel borghetto medioevale, di guardare l’acqua del torrente verde in
primavera e fangosa in autunno e ascoltare il suo sussurro, di
passeggiare nel parco dei duchi dove spuntano i primi bucaneve. Poi ti
fa arrabbiare la tua città, la detesti, la maledici. Ti allontani e
quando sei laggiù, in quella terra nuova che tanto hai desiderato tra
quella gente diversa tanto invocata, ecco che si apre una voragine tra
cuore e anima, un buco nero che risucchia i tuoi pensieri: è lei, la tua
città. A lei, al modo di viverla da vicino e da lontano, sono dedicati
questi racconti, gli ultimi di una tradizione nata con Omero e,
con alti e bassi, mai sopita.
Fonte: Ebook – Ti racconto la mia Città
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